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Aggiornato: 6 maggio 2025
Al camposanto di Pisa, vedendo le catene tolte dal porto pisano dai genovesi e ora restituite, pensa subito: Così i Pisani ci restituissero le catene tolteci al mille nel porto di Palermo! Nel continente si era legato con affettuosa amicizia al Prati. In Firenze aveva rivisto Ermolao Rubieri, modesto e valoroso, gi
Si rivolse alla bimba con lo sguardo appassionato e supplichevole delle madri che tremano di vedersi smentite dai loro piccoli tiranni. Chi è questo?... Chi è venuto adesso? Pareva lo facesse apposta Bebè a far sfigurare la mamma. Aveva rivisto il canino pinch, non aveva occhi che per lui. Lasciala in pace ammonì Varedo. Ha tempo di dir pap
Quando il vassoio con le cogome, il piattello, la chicchera e la salvietta gli fu posto dinanzi, egli non toccò nessuna di quelle cose: trasse dalla tasca interna dell'abito il portafogli e ne cavò la lettera ricevuta due sere innanzi, per espresso. Appena due sere innanzi, dopo un mese e mezzo di silenzio, cinquanta giorni dopo l'arrivo del «Senegal», egli aveva rivisto i caratteri di Rosanna!
Del resto, mamma, non è questione di diritti. Io dovrei partire senza avvertirlo? Egli torna, felice di stare con me, e non mi trova più? Che cosa mi ha fatto, per trattarlo a questo modo? Non parto, non mi muovo, fin che io non lo abbia rivisto.... Emma ascoltò in silenzio; il suo sdegno, a mano a mano che la figlia parlava, andava cadendo.
Il signor Amedeo Melegari fu un dì l'alter ego di Mazzini in Italia. Rivisto e corretto dai tempi, è oggi un sapiente professore e consigliere di Stato. Siede alla destra, quantunque amico di Ratazzi, e sua creatura. È dispiacentissimo, non troppo intollerante, competentissimo in tutte le questioni politiche ed amministrative; è autore di lavori letterari molto stimati.
Perchè non lo avrebbe rivisto?... Perchè sarebbe stata una colpa!... Gli risuonava ancora all'orecchio l'accento teneramente malfermo con cui, un poco prima, sua moglie gli aveva annunciato che le sue speranze si confermavano, che la loro unione sarebbe resa fra breve più intima dal più tenero e dal più indissolubile dei legami.
Qui Sid Bekr-el-Abbassi presentò all'Ambasciatore, fra gli altri personaggi, un moro sui cinquant'anni, di aspetto signorile e di modi simpatici, che nessuno di noi, credo, ha mai più dimenticato, non per sè, ma per le strane cose che ci raccontarono della sua famiglia. Era fratello d'un Sid-Bomedi, antico governatore della provincia di Ducalla, il quale languiva da otto anni nelle prigioni di Fez. Tiranno e scialacquatore sfrenato, dopo aver dissanguato il suo popolo, contratto imprestiti rovinosi coi negozianti europei, ammontato debiti su debiti, fatto ira di Dio in casa sua e fuori, era stato arrestato e condotto a Fez per ordine del Sultano, il quale credendolo possessore di tesori nascosti, aveva fatto spianare la sua casa, frugare fra i ruderi, scavare fra le fondamenta, e bandito dalla provincia, sotto pena di morte, tutta la sua famiglia, per timore che, conoscendo il nascondiglio, non s'impadronisse dei denari. Ma non essendosi trovato, forse perchè non c'era, il tesoro che si cercava, e persistendo il Sultano a credere che ci fosse, e che il prigioniero non lo volesse rivelare, questo non aveva più rivisto la luce del sole ed era forse condannato a morire in prigione. E il caso di Sid-Bomedi non è raro fra i governatori del Marocco, i quali, chi più chi meno, arricchendosi a spese del loro popolo, forniscono sempre al Governo che vuole impadronirsi dei loro averi, il vantaggio di poterlo fare sotto colore di punire un colpevole. Il Governatore o il Pasci
Dopo aver visto e rivisto questi due quadri, mi divertii sovente a osservare coloro che entrano in quella sala per la prima volta. Quasi tutti, appena entrati, si fermano, guardano con stupore di qua e di l
Che poteva attirarla in quell'angolo solingo, lei che non si faceva attirare da nulla? Era il temperamento, una inclinazione che non poteva vincere, un'abitudine inveterata. Da vedere non ci era niente che non fosse visto e rivisto per molti anni di fila; non vi si ascoltava alcuna voce, alcun canto, alcuna musica; d'inverno spesso pioveva, ed era allora tristissima cosa l'aspetto delle strade che s'impantanavano e delle case che diventavano color ruggine. Silvia veniva l
Ve n'era un altro, dei ritratti, in fondo alla cassetta, sotto il fascio delle lettere; un altro che egli non aveva rivisto da anni e che ora lo chiamava, lo attirava con la prepotenza di una nostalgia.
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