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LIDIA. Io non so altro che darvi baci in vece di preghiere, io resto piena di felici speranze; adio. Balia, falle compagnia insino a casa, ch'io son gionta, non ne ho piú bisogno. AMASIO, BALIA di Lidia. AMASIO. Quanto sarei felice se quei baci, che mi pensandosi che sia donna, me li desse nella mia forma!

AMASIO. Certo che se voi m'amaste mille volte piú di quello che dite, non paghereste una minima scintilla dell'amor che vi porto. Orsú, fate ferma risoluzione: lasciate d'amar Cintio e abbiate pietá di colui. LIDIA. Essendo usata tanta crudeltá contro me stessa, non posso aver pietá di niuno; ma io ho scherzato cosí con voi, Amasia mia dolcissima.

AMASIO. Non son state al mondo pur belle donne c'hanno amato altre donne? sarei forse io la prima? Balia mia, ho desiato molto tempo averti da sola a sola come ora: se tu vuoi aiutarmi a questo, io farò conoscere che sarò buona riconoscitrice del beneficio fattomi; eccoti questi scudi per arra, toglili per amor mio e per segno del mio buon animo.

AMASIO. Aiutar dove vedi l'occasione, porleme in grazia e Cintio in disgrazia; vorrei scoprirmi e non vorrei: in somma, io stesso non so quel che vorrei. BALIA. Saria bene di porle in disgrazia Cintio e darle ad intendere un certo altro che l'ami; ché, desiando ella di saperlo, le scopriremo all'ultimo esser tu quello, e tentiamo con qualche inganno l'animo suo.

Olá olá, o dalla piazza, candele candele, ladri ladri in piazza! AMASIO. Giá s'è fuggito. Io non so se debba felice o infelice chiamarmi: ché avendo quel conseguito di che non desiava maggior cosa in vita mia, posso felicissimo chiamarmi; ma ben all'incontro misero e infelice, avendolo conseguito contro la sua volontá e col suo dispiacere.

AMASIO. Statene sicura, perché il vostro travaglio non men tiene occupato il vostro animo che il mio. Ma io farò di modo che v'ami, se vi dovessi perder la vita.

CAPITANO. Tu non vuoi vedermi ti piace incontrarti con me. Eccomi qui: dove sei? AMASIO. Corro alla voce e gionto al luogo lo sento altrove. Se ti giungo ti farò ricordare di questa notte e di questo luogo. CAPITANO. Qua qua, se tu ne vuoi. AMASIO. Qui sento la voce, altrove sento il calpestio.

O Cintio mio caro, e con quanto bel modo ne la priega! CINTIA.... E questo per un effetto importantissimo:... AMASIO. Io non vi ho inteso. Accostatevi un altro poco: dove sète? CINTIA. Dove era sto. ... dico, per un effetto importantissimo. Signor Cintio, una vostra umilissima serva ancora vi supplica d'un favore.

E' non m'uccide per privarmi d'una giocondissima morte; all'incontro, perché m'usi tanta impietá, scema in me punto l'infinito amor che gli porto. O Lidia, odiata da tutti e da te stessa! AMASIO. Lidia mia carissima, voi sapete giá che voglio dirvi. LIDIA. Lo so e mi rincresce saperlo: che l'abandoni affatto, eh?

CINTIA. D'ogni cosa potrebbe di me temere fuorché d'esserle fatto oltraggio all'onore; e assicurala che starebbe con me come se stesse con una sua sorella. Orsú, mi parto, adio. BALIA. E io vo' andar a chiesa a far compagnia a Lidia fin a casa. Ma veggio Amasia sua amica dalla fenestra che mi fa segno. BALIA di Lidia, AMASIO sotto abito di donna. AMASIO. Balia balia, dove sei avviata?