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Costretta dalla sua condizione di padrona di casa, Ginevra aveva saputo, veduto ogni cosa più lieve, e ciò che aveva veduto e saputo raccontava partitamente all'amica, non dimenticando nulla, nemmeno il tacco del piccolo Riario, che s'era staccato nel fervor delle danze. Tutta la lettera era un chiacchierìo, un cinguettìo, uno scoppio di risa. L'amaro, quel che Aloise cercava, era in fondo.

Se l'hanno letta, ricorderanno che, dopo una delle sue solite sfuriate contro i signori uomini, la bella Ginevra dagli occhi verdi narrava all'amica di Francia come il Montalto, tornato parecchie volte in casa sua, amorevolmente accolto, festeggiato, accarezzato dal marchese Antoniotto, seguitasse a fare il malinconico, e come ella avesse finalmente scoperto il suo segreto, vogliamo dire la fiamma che egli nutriva per lei.

Lina, però, alquanto più spensierata e men diffidente, disse all'amica: «Andiamo, miglior occasione e più pronta non potevamo trovareMarzia ristette un momento. Vedendo però l'arditezza della compagna, che gi

Erano fermi l'uno presso all'altra, fra le due colonne di Marco e Todero, con gli occhi rivolti dalla parte della Salute. Sembravano una coppia di sposi, una delle tante coppie che vengono qui a passar la luna di miele. Dal Molo i barcaiuoli gridavano: Gondola, gondola?... La gondole! Vuoi? disse Guido all'amica. L'orologio della Torre suonò le cinque. La Teresa accennò di col capo.

Avevo pensato d'ammazzarmi, è vero; ma la risoluzione è seria; ho creduto bene dormirci su... e ora... ho cambiato idea. Giacomo disse tutto ciò con un ghigno, con una smorfia dolorosa. E tu?... che vieni a fare così presto? domandò all'amica appena il servitore se ne fu andato. Sai, rispose Andreina, arrossendo, sono arrivati i danari di Schreiber.

«Troppa modestia», replicava la di Reana insistendo nel dare all'amica tutto il merito della guarigione di Guido e ripetendo le espressioni ammirative. E poichè la Teresa non diceva ancora di essersi rifatta la fotografia, le si domandava addirittura l'originale. Vincesse la sua pigrizia, e, se non la spaventava una casa con quattro figliuoli tra maschi e femmine, andasse a passare il novembre colla sua vecchia amica a Posilipo presso Napoli. Fosse colpa dei restauri o della visita di Guido, era positivo che quell'anno ell'aveva sacrificata la sua villeggiatura, e che ormai non avrebbe potuto goderne che nella stagione meno propizia. Invece nel Mezzogiorno anche il novembre era delizioso. Che impegni aveva ella a Venezia? Che difficolt

Appena ebbe sosta per qualche il viaggio e fu sulla cima delle Alpi, ei scrisse all'amica e diede un saluto alla patria. Fra i sospiri onde spargea le carte, egli usciva in questi lamenti: Ahi innocente colomba destinata a dividere meco il nido, invano tu empierai di pianto la deserta campagna, invano confiderai che accorra il tuo fido a porti sollievo! qual aura amica potr

Ebbe in quel mar la culla, Ivi erra ignudo spirito Di Faon la fanciulla: E se il notturno zeffiro Blando su i flutti spira, Suonano i liti un lamentar di lira. FOSCOLO. Ode. All'amica risanata. PLINIO, Hist. Nat. lib. 36. c.

Le due amiche sentirono empirsi gli occhi di lacrime a tale annunzio, ma le trattennero onde non impedire all'amica di continuare. , disse ella proseguendo, io non mi inganno; prima peraltro di eseguire un progetto che ritengo pericoloso voglio dopo tanti e tanti anni di silenzio rivelarvi un segreto che ho tenuto nel fondo del mio cuore e che adagio adagio ha infranto questo misero frale.

Ella teneva per il dilemma angoscioso, intanto che finiva di rivelar tutto all'amica e che, atterrita dalla propria risoluzione, sicura che un istante di esitazione avrebbe fatto sorgere il pentimento col corteo di nuove lusinghe, chiudeva la lettera senza osar di rileggerla...