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Aggiornato: 17 giugno 2025
Questa dama ebbe il manoscritto in legato dall'autore, che militò non senza lode nelle lettere italiane ed è morto, quasi repentinamente, pochi anni addietro. Egli vi rivela una parte occulta, secondo credette, della sua vita, e vi prescrive all'amica di pubblicarne, in un caso preveduto, il racconto. Ora parrebbe che s'illudesse, da poeta, sul punto del segreto; e che, nella citt
Il Ferpierre scoperse questo motivo quando, fra l'altre, lesse anche le lettere d'affari che il procuratore della contessa d'Arda le scriveva dall'Italia. In queste lettere si parlava di cambiali del principe, di conti che egli doveva rendere, di somme inviategli per mezzo di banchieri. Era evidente che Zakunine, impegnata la sua sostanza nell'opera rivoluzionaria, bisognoso anche di molti denari per la vita dissipata, aveva ricorso all'amica sua. Nei primi tempi l'intimit
Non aveva mai desiderato così intensamente nulla nella vita come di rivedere Maria, e ora stava per raggiungerla, per presentarlesi non come chi cerca di sedurla, di prenderla alla sprovvista, ma onestamente, sotto l'egida del padre di lei, come un amico che chiede all'amica una parola affettuosa, una stretta di mano e l'oblio di una aberrazione, di una colpa di cui sente la vergogna e il pentimento.
Allora fu lei che mi disse I kiss you e soggiunse con un delizioso accento di angustia: Non devi fare un viso così serio! La signora Steele veniva verso di noi e in quello stesso punto passò una bambina, recando dei fiori. Violet la chiamò, come per dissimulare all'amica sua il nostro turbamento. Che fiori hai? diss'ella. Waldmeister. Dove l'hai colto? Sul Niederwald. E come ti chiami? Luise.
S'udì il romore d'una carrozza nel cortile; indi a poco si spalancarono le porte dell'appartamento; un cameriere annunziò ad alta voce: La signora contessa Cleofe. La vecchia dama fece tre passi incontro all'amica; la quale, da questa inusata dimostrazione di premura, comprese che ci dovevano esser in aria delle importanti novit
Vi ringrazio! ella mormorò all'amica, la quale credette ad un momentaneo malessere, vi ringrazio: mi sentivo tanto male! E appoggiandosi a lei discese lentamente il colle, mentre gli altri, dopo aver vuotato l'ultimo sorso, levavansi chiassando per una freddura un po' salace che il conte Nardin, viste allontanarsi le signore, non si tenne più dal lanciare. La sera intanto era discesa.
Emilia, rispose all'amica che fra pochi giorni sarebbe stata alla valle; fece in fretta i preparativi di viaggio, e partì sforzandosi di credere che se fosse accaduto qualche sinistro a Valancourt, ne sarebbe stata in qualche modo informata.
Cara Angiolina, disse quindi rivolgendosi all'amica, vola tu presso costei; dille che cessi dal canto lugubre, che troppo mi scuote le fibre, perocchè mi figuro che ella abbia ad un tempo ad essere e il soggetto del canto e l'autrice della canzone.
Emma, che era felice di confidare il gran segreto all'amica, trovava che lei era venuta per affidargliene un altro e molto più triste. Maria era infelice, sommamente infelice. Era bello, molto bello, e Maria l'aveva sposato, credendo che la bellezza e l'amore, che sentivano l'un per l'altro, sarebbero bastati a farli felici.
Maria e il Vharè, com'è naturale, rimasero un po' confusi per quell'apparizione; e tanto più in quel momento. Il Vharè, tuttavia, fece presto a rimettersi, ed anzi, da uomo esperto, ne approfittò per levarsi d'imbroglio, correre da Lalla e concertarsi a proposito del sermoncino che gli aveva fatto la duchessa e che credeva, in buona fede, dovesse recare molta meraviglia anche all'amica.
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