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Aggiornato: 25 giugno 2025
Un Cristo in avorio, grassotto e panciuto, pendeva dal muro alle sue spalle, fiancheggiato da un'immagine di San Alfonso all'aria di un doppione in galloria, dall'altra il ritratto del marchese di Sora. A portata della sua mano una sferza. Perchè monsignore infliggeva personalmente la ferula ai seminaristi... per fare della ginnastica!
Nè manco, come corre la fama, la colpa della chiamata di Carlo VIII vuolsi rovesciare tutta sul Moro; all'opposto egli aveva tentato comporre una lega di principi italiani per la difesa della nostra terra contro le invasioni dei barbari; lo attraversò Piero dei Medici; sicchè quando conobbe formata una lega contro di lui, non riputandosi capace a combatterla solo, e certo togliendogli baldanza la rea opera, che intendeva condurre a compimento, ed era torre come tolse il governo di Milano al nipote Giovanni Galeazzo, e forse anco la vita, si apprese al partito miserabile di chiamare lo straniero fra noi: poco dopo si pentì, ma ormai si era chiuso la via al riparo, conciossiachè mentre si sarebbe fatto nemico implacabile Carlo non poteva confidare amicarsi Alfonso, però che egli intendesse regnare, e Alfonso a ragione domandava rendesse il ducato al genero, ed alla figlia Isabella.
E non s’accorgeva inoltre, il piccolo Ussero di Alfonso XIII, che gli sguardi luminosi della bella Pastora Imperio non avevano affatto per me quella truce ombra che ben conobbe a’ suoi tempi l’innamorato espada? Passeggiai ancora un poco, indi presi una lodabile risoluzione.
Avignone, costretta da Ludovico VIII nel 1226 ad arrendersi, rimase ancora una volta soggetta ai conti di Tolosa ed a quelli di Provenza. Ma in forza dei patti della pace di Parigi, Raimondo aveva dovuto concedere la mano della sua figliuola ed erede Giovanna ad Alfonso di Poitiers, fratello del re.
Non ebbi la risposta del conte Ippolito, e di sua moglie, nè quella del marchesino Alfonso.... A proposito, l'ho fatta di conio: che dir
Voi mi avete raccomandato di non dimenticare le mie conoscenze di questi ambienti. Il Castellaccio era pieno di briganti. C'erano tutti i superstiti della banda Schiavone e della banda di Alfonso Carbone. Costui era di Mombello, della provincia di Avellino, e un buon diavolo che mi faceva dei favori. Forse avrete sentito parlare di lui.
Regnava allora in Castiglia Alfonso decimo, soprannominato il «savio»: non perché fosse un buon re, ché anzi fu falsatore di monete e meritò di essere alla fine cacciato dal trono; ma perché, come meglio il comportavano i suoi tempi, fu letterato e promotore degli studi.
GABRIELLO CHIABRERA nacque in Savona il 18 giugno del 1552; e nacque quindici giorni ed alcune ore dopo la morte di Gabriello suo padre. La famiglia de' Chiabrera, che veramente chiamavasi de' Zabrera, e latinamente de Zabreriis, sembra d'origine spagnuola; e il primo a piantarla tra noi fu probabilmente uno di que' militi spagnuoli che vennero in Italia nel 1271 con Guglielmo marchese di Monferrato, il quale aveva tolto in isposa Beatrice figliuola di Alfonso Re di Castiglia. E oggidì sono tuttavia parecchi altri cognomi nel Monferrato e nel Piemonte che si palesano d'origine spagnuola. Ma qual che fosse l'antica stirpe de' Zabrera, questo è certo che un Gabriele, de Zabreriis fece un sepolcro a se ed a' suoi l'anno 1493 nella chiesa di S. Giacomo vicin di Savona, e ne ornò la cappella con una tavola di pittore in quell'et
«Dato in Roma, l'8 giugno 1842.» Le suaccennate parole di S. Alfonso de' Liguori trovansi nella ediz. XI° in 4° al § suindicato, ma non al N.° 7, ma al 41.
Uguale sorte toccò alla stirpe dei conti di Provenza; l'ultimo di questi, Raimondo Berengario, maritò la sua figliuola Beatrice con Alfonso fratello di Carlo d'Angiò, che fu più tardi conquistatore di Napoli e carnefice di Corradino, e in tal modo anche la Provenza passò nel 1245 in potere della corona di Francia.
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