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Aggiornato: 4 maggio 2025


Ma se si può scherzar sulla macchia del sangue, non si può sulla tradizione di quel delitto; l'aspetto del luogo ne ravviva nella mente tutti i più orrendi particolari. Per l'ampie sale dorate par di sentir risuonare il passo di Don Fadrique, inseguito dai balestrieri armati di mazze; il palazzo è immerso nelle tenebre; non si sente altro rumore che quello dei carnefici e della vittima; Don Fadrique cerca di entrar nel cortile, Lopez de Padilla lo agguanta, Fadrique si scioglie, è nel cortile, afferra la spada, maledizione! la croce dell'elsa s'è intricata nel mantello dell'Ordine di Sant'Jago, i balestrieri sopraggiungono, ei non ha più tempo a sguainare la lama, fugge qua e l

E per dimostrare che il grasso rende lucida qualsiasi sostanza, agguanta un pezzo di carta e lo vernicia con singolare destrezza, e con un sorriso di compiacenza; afferra quindi un giovinotto, e sempre declamando e gesticolando gli lustra una scarpa. Il giovane è raggiante di soddisfazione, quasi non è ancor persuaso della fortuna toccatagli, poichè non gli è accaduto mai, dacchè è al mondo, di avere una scarpa lucida. «Vedete, dice il professore, questa scarpa pareva poco fa la scarpa di un porco, ora riluce come l'argento; un bambino appena nato potrebbe ridurla così, senza la menoma fatica». Il giovinetto se ne va con una scarpa lucidata e l'altra no, e non alza l'occhio per tutta la strada dalla sua scarpa lustra, come se volesse specchiarsi nella sua felicit

Mi piacque, e di molto il Guerrazzi quando alla guardia di polizia, che solo per fuggire nome odioso, si appellò municipale volle cresciuta la paga, e al principe, che diceva: è troppo! oppose: non è troppo, perchè a cui agguanta i ladri bisogna torre ogni causa per divenirlo egli stesso; che se per necessit

Ma questo palazzo, se la tradizione non è bugiarda, fu testimonio di una comica avventura seguita a Napoleone il Grande. Durante il suo brevissimo soggiorno in Utrecht egli occupò la camera da letto di suo fratello Luigi, ch'era attigua alla stanza da bagno. Si sa che, dovunque andasse, conduceva con un servitore, il quale aveva l'esclusivo incarico di tenergli pronto un bagno per qualunque ora del giorno e della notte. La sera ch'egli arrivò ad Utrecht, di malumore, come fu quasi sempre in Olanda, andò a letto per tempo, e lasciò, se per inavvertenza o per proposito la tradizione non lo dice, la porta della camera aperta. Il servitore del bagno, ch'era una buona pasta di brettone, dopo avergli preparata la tinozza in un'altra stanza, se ne andò a letto egli pure, in un camerino poco lontano dalla camera imperiale. Verso la mezzanotte si svegliò improvvisamente assalito da quei dolori che impongono di pigliare la via più breve per arrivare alla mèta, saltò giù dal letto, e in camicia com'era, e pien di sonno, si mise a cercare la porta tastoni. La trovò; ma per il suo malanno, non conoscendo bene il giro delle stanze, invece di riuscir dove voleva, capitò dinanzi alla porta dell'Imperatore. Sospinse, la porta s'aperse, entrò, ed entrando, rovesciò un seggiolone. Una voce terribile, quella voce! gridò: Chi è? Il povero giovane, agghiacciato dallo spavento, si sforza di rispondere, e la parola gli muore sulle labbra; tenta di uscire per dove è entrato, non trova più la porta; sbalordito, tremante, cerca un'uscita da un'altra parte. Chi è? ripete l'Imperatore con voce tonante, balzando in piedi. Il servitore, affatto fuor di , gira, tasta, inciampa in un tavolino, rovescia un'altra seggiola. Allora Napoleone, non dubitando più d'un tradimento, afferra il suo grosso orologio d'argento, si slancia addosso al malcapitato, lo agguanta alla strozza, e gridando aiuto con quanta voce ha nella gola, gli martella la testa di formidabili colpi. Accorrono i camerieri, i ciambellani, gli aiutanti di campo, il prefetto di palazzo colle spade e coi lumi, e vedono.... il Grande Napoleone e il povero servitore, in camicia tutti e due, in mezzo a uno scompiglio di casa del diavolo, che si guardano a vicenda, l'uno in atto di profonda meraviglia, e l'altro in atto di preghiera supplichevole, come in una pantomima da teatro. Si sparse la voce dell'avvenimento nella citt

Un carabiniere è colpito nel capo da una sassata.... impallidisce, barcolla.... ma si rimette in fila, fermo al suo posto, colla faccia insanguinata, colla rivoltella in pugno, puntata contro la folla. Il delegato si è fatto livido, ha perduto gli occhiali. Agguanta un ragazzotto pel petto, lo squassa furioso, lo scaglia addosso agli altri e grida con voce rauca: Indietro, o si fa fuoco!

Parola Del Giorno

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