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Aggiornato: 19 giugno 2025
Dopo alcun tempo di questa vita monotona, solitaria e direi quasi rabbiosa, il vecchio tenente cominciò a sentirsi mal disposto; poi infermò. Damiano, che da lungo tempo non aveva più saputo nulla di lui, venne per caso a visitarlo, e trovandolo malato, lo disse subitamente alla madre; la quale, tornata la pace col suo burbero amico, non lasciava passar giorno che non venisse con la figliuola ad assisterlo, a riconfortarlo. Era Damiano istesso che le accompagnava col
C'eravamo tutti. Erano arrivati il giorno innanzi, per unirsi a noi, un vecchio amico dell'Incaricato d'affari, il signor Patxot, antico ministro di Spagna a Tangeri, e il signor Morteo, genovese, agente consolare d'Italia a Mazagan. C'era il medico della carovana, Miguerez, nativo di Algeri; un ricco moro; Mohamed-Ducali, suddito italiano, che accompagnava l'ambasciata in qualit
Quindici giorni, ripetè per la ventesima volta Antonio. Un mese! ribattei. Questa volta la doppia risata che accompagnava inevitabilmente i termini della nostra scommessa, fu così sonora che gli insetti tacquero ad ascoltarla.
La gallina s'era accovacciata, e rimaneva immobile cogli occhi chiusi come se dormisse. Ma, traverso le palpebre sottili, l'occhio si moveva, ed un pigolìo sommesso e lieto accompagnava il suo respiro. Tratto tratto apriva gli occhi, poi li richiudeva in fretta, come premurosa di ripigliare il filo d'un sogno caro.
In quell'ora la campagna, e per lo più soleva essere rinfrescata da un venterello di mare; in un boschetto vicino, un'upupa faceva sentire nel silenzio il suo bu, bu, bu, malinconico, cui una tortora accompagnava col suo canto grave e gutturale: a volte vi schiamazzavano de' cardellini.
La bambina, la sua delizia, lo accompagnava sul monte nella stagione della falciatura del fieno, e s'addormentava all'ombra. Egli la coricava sulla sua giubba e le copriva il volto col fazzoletto per ripararla dagli insetti. Alla sera se la portava a casa in braccio, contenti tutti e due.
E pareva infatti che ella non si curasse per nulla di ciò che faceva don Pio, tanto la mossa con cui accompagnava quell'asserzione era sdegnosa, e il tono della voce, sprezzante.
Quella lettera, scritta da Aminta Guerri, diceva poco o nulla; accompagnava un libro che il conte Gino aveva dimenticato alle Vaie, nell'ultima notte che era dormito lassù, e prendeva occasione da quell'invio per mandare all'amico, all'ospite gradito e caro, i saluti suoi e quelli di tutta la famiglia.
Era l'una dopo mezzodì. In casa lady Keith egli era conosciuto: don Gabriele vi accompagnava sovente il colonnello ed il marchese. Il portinaio lo lasciò entrare. Don Gabriele dimandò della cameriera di Milady. Impossibile di veder madama in questo momento, disse la cameriera. Ho pertanto bisogno di parlarle ad ogni costo. Davvero, vi dico che è impossibile. Arrivo da Roma, insistè don Gabriele.
»Il marchese era un distinto dilettante di flauto... Ecco il segreto della effimera simpatia! »Io lo accompagnava col pianoforte...senza volgere il capo... I suoni mi beavano l'orecchio lo strumento qualche volta mi sfiorava la pelle un tremito mi scuoteva le fibre tutti i miei sensi, aspiravano la volutt
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