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Aggiornato: 10 giugno 2025
Ma l'impressione, come accade a chi s'è disavvezzato dal pensare e dal sentir fortemente, non fu che passeggera; egli aveva ben altro pel capo che la risurrezione della Repubblica; aveva bevuto troppo, era stanco, aveva un sonno, un sonno! Si strascinò su dei suoi centoquindici scalini, chè non ce ne volevano meno per arrivare dov'egli abitava, e si mise a letto.
Senza però lasciarsi smarrire, aveva pensato di attenderlo quando ne uscisse, e di accompagnarsi con lui. Al qual fine, messo gli occhi sul marchese Rucellai, che abitava rimpetto all'albergo del Chigi, e ch'egli conosceva benissimo, salì da colui a fargli visita, e dalla finestra stette a guardare aspettando che Manfredo si mostrasse.
Appena fu risaputo ch’egli abitava in quel covo di eretici, il povero zio e la povera Ferretti gli scrissero amorosamente che tornasse.
Egli abitava in una brutta strada della vecchia Praga, e la sua casa vicina a un negozio di casse da morto era la più brutta di tutta la strada.
Abitava qui vicino infatti, eccellenza, lì in quella casa: e ne additava una poco discosta. Ma ora, ora? Ora non vi abita più. Ma però dimorer
Il Morone abitava in quella contrada, alla quale fu poi dato il suo nome, e lo conserva tuttora; conveniva perciò all'Elia Corvino far molta via prima di arrivarci; ma il pensiero dei quattrocento gigliati che avrebbe contato, e la soddisfazione d'aver saputo condurre a così buon termine il suo disegno, del quale aveva gi
L'aveva chiesta in moglie a mastro Cruciano, padre di lei, un giorno che, tornando da consegnare un paio di scarpe a una contadina che abitava in campagna, l'aveva incontrato solo nello stradale, dietro al suo asinello bianco, con gli arnesi da bottaio nelle bisacce.
Volevano sapere se era bello, e quanto era alto, e dove abitava, e se il suo babbo non lo accompagnava alla scuola; e, soprattutto, una domanda ripetevano ansiosamente ogni giorno: Non gli hai parlato? Sgraziatamente ci volle del tempo avanti che Vincenzo potesse rispondere di sì. Vicenzino si teneva in disparte, ed evitava studiatamente il cugino.
Rimaneva la casa col giardino, dov'egli abitava; ma per questo negozio il giovine stava appunto accarezzando un disegno che vedrete di poi. Venne quindi la volta dei servi da congedare e da consolare nel tempo istesso, poichè erano gente buona e molto affezionata a quell'ottimo padrone ch'egli era. Guido li accomiatò da gran signore, lasciando a tutti larga memoria di sè.
Or nel mille ottocento e cinquanta, a Mercallo, Nell'unica taverna all'insegna del Gallo, Abitava un vecchietto con una figlia, bionda, Bella, diciassett'anni, ben tornita e gioconda. Gli affari prosperavano che da parecchie annate, I villani contavano men meschine derrate; E perciò nelle botti non dormigliava il vino. La fanciulla avea nome Lisa; il padre Martino. Stando al mondo s'impara.
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