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Aggiornato: 26 maggio 2025
CINTIA. D'ogni cosa potrebbe di me temere fuorché d'esserle fatto oltraggio all'onore; e assicurala che starebbe con me come se stesse con una sua sorella. Orsú, mi parto, adio. BALIA. E io vo' andar a chiesa a far compagnia a Lidia fin a casa. Ma veggio Amasia sua amica dalla fenestra che mi fa segno. BALIA di Lidia, AMASIO sotto abito di donna. AMASIO. Balia balia, dove sei avviata?
Appresso tutto il pertrattato nodo vidi due vecchi in abito dispari, ma pari in atto e onesto e sodo. L’un si mostrava alcun de’ famigliari di quel sommo Ipocr
Dal mondo, per seguirla, giovinetta fuggi'mi, e nel suo abito mi chiusi e promisi la via de la sua setta. Uomini poi, a mal piu` ch'a bene usi, fuor mi rapiron de la dolce chiostra: Iddio si sa qual poi mia vita fusi. E quest'altro splendor che ti si mostra da la mia destra parte e che s'accende di tutto il lume de la spera nostra,
Qual Fulvia dite voi? LIDIO maschio. La moglie di Calandro. LIDIO femina. La padrona tua. SAMIA. Tutt'una! Certo, o io sono impazzata o costoro hanno il demonio adosso. Ma aspettate. Or la rinvengo. Ditemi: con che abito andaste da lei? LIDIO maschio. Da donna. LIDIO femina. Da fanciulla. SAMIA. Oh cosa ridicula e dispettosa! Ma oh! oh! a questo la ritruovo.
Così la nuvola di fumo andò a finire proprio nel viso d’una vecchia pinzocchera, la quale aveva sul labbro quasi giallo due baffetti assai dispettosi e portava un luccicante abito di raso nero, guardava in giro con un occhialetto montato in ebano, e, sul culmine delle sue trecce finte, manteneva in equilibrio un allegro cappellino rococò.
Io, in abito nero, sembravo una decorazione della mia stanza da letto, nervosamente allegra, perchè al giuoco della notte indecisa vi faceva robusto divario la luce artificiale; erano accesi i due bracci a candela dell'armadio, le due lampade sul caminetto e la lampada pensile nel mezzo. Poi, aleggiava un profumo acuto di fiori, raccolti in coppe, morenti con furiose dispersioni d'ebriet
MALFATTO. L'è un mastro. Lo conoscete bene voi, sí. Ed è innamorato, che possa crepare! CURZIO. Sí, l'uno e l'altro. MALFATTO. Propriamente, esso e voi. CURZIO. Io dico lui e tu, bestia! MALFATTO. Dico bene cosí io ancora. CURZIO. Che diavolo di nova foggia de abito e di uomo è questa di costui? MALFATTO. Sapete come me chiamo io? oh quello! Me chiamo... Oh! oh! non te lo voglio dire.
La buona Mansueta se li condusse via coll'esca di due mele cotte nella cinigia. Restammo soli, io, il vedovo e Baccio; soli e in un mestissimo silenzio non interrotto che dal crepito della lampada ad olio. Ma Beppe si alzò di repente, e, piantatosi fra me e il campanaro, prese un atteggiamento che ci fece paura; un atteggiamento di rivolta e di sfida. Pareva Spartaco in abito di frustagno.
Egli era solo e non mi sembrava più nè sì triste, nè sì pensieroso. Vestiva un abito nero molto elegante, ma nulla dimostrava che fosse avvezzo a prendere gran cura della sua persona. Non so se fosse inganno mio, o allucinazione, e che altro, ma egli mi pareva straordinariamente bello, assai più di quanto mi fosse sembrato poche ore prima.
E quello splendore che apparse a sant'Ambrogio, mentre che scriveva, fu visto solamente da Paulino; ma perchè questa presente imagine del demonio sia vista solamente dalla Strega, io ne darò la cagione all'amicizia che ha con esso lui, per la quale si fa, che non solamente gli occhi, ma ancora la potenza imaginativa, per un certo abito s'indirizzi nell'amato.
Parola Del Giorno
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