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Si dava loro quello che desideravano da mangiare e da bere, e venivano, più volte nel giorno, consolati dalla parola affettuosa del sacerdote. Sono però rari i delinquenti che si abbandonano all'orgia del ventre in cappella. Alfonso assaggiava appena ciò che gli portavano e Carmine non beveva che della limonata. L'aurora dell'8 giugno 1875 fu triste.

GUERZONI G., La vita di Nino Bixio, Firenze, Barbèra, 1875, pag. 70. 1000 pacchi cartatucci da fucile. Del resto si star

Tajani che nella seduta della Camera dei deputati degli 11 giugno 1875 constatava che dal 1860 al 1866 il governo fu ora fiacco, ora violento; che corresse la fiacchezza colla violenza, per ritornare sempre alla violenza; che si offese la Sicilia adoperandovi i modi peggiori e negandole sempre la giustizia; e che ciò che le fu dato, se si guarda a ciò che le fu negato assume le proporzioni dell'ironia

Nel 1875 accompagnava l'ing. Angelo Genolini in un tentativo al Dente del Gigante, ripetuto poi due anni dopo con lord Wentworth e l'avv. De Filippi. A proposito di questa bizzarra vetta, insensibile alla assidua corte che le faceva un numeroso stuolo di ammiratori, a quanto mi riferiscono altre guide militanti allora, Emilio fiutava la possibilit

Rappresentò il Club Alpino Italiano ai Congressi del Club Alpino Svizzero tenutisi a Sion ed a Ginevra , a quelli del Club Tedesco-Austriaco in Villach ed a Innsbruck, a quelli del Club Alpino Francese tenutisi a Parigi in occasione dell'Esposizione universale del 1878 e nell'agosto 1889, al Mont Dore ed a Sixt e Chamonix , e presiedette la riunione degli Alpinisti Francesi ed Italiani tenutasi sul Colle del Moncenisio nell'anno 1875.

La sera passò senz'avvenimenti notevoli, fuorchè la scoperta ch'io feci d'uno scorpionaccio nero sopra il cuscino del mio letto, nel momento che stavo per coricarmi. Fu però un terrore passeggiero, poichè avvicinandomi a poco a poco col lume, lessi sul dorso dell'animale l'iscrizione rassicurante: Cesare Biseo fece addì 5 maggio 1875. La mattina all'alba partimmo alla volta della citt

Poi spicco l'ali dall'oscuro nido E, librandomi in ciel, nel volo immenso Saluto il mondo con superbo strido... È allor che canto e penso. Autunno 1875. Gli amanti passeggiavano mentre cadeva il sole; Mormoravan le labbra portentose parole; Un inno solo dalle labbra uscia, Un inno che diceva: La parola dell'uomo è melodia, Che sovra ogni idïoma si solleva!

Io vengo a replicar su questa bara Le tue parole; io compio il tuo desìo.... E sento, amico, che mi è meno amara L'ultima volta che ti dico: Addio! Questi versi vennero letti dall'autore il giorno 28 dicembre 1875 sul feretro del poeta delle Penombre. Fra le colonne d'un bianco tempio Sacro a Minerva, la Dea propizia Ai savî, austera Dea, Pensieroso sedea

⁵² T. Fazello, De rebus siculis, Decades duae. Dec. II, lib. VIII, ed altri autori citati da Pitrè, Fiabe, Novelle e Racconti pop. sic., v. IV, n. CCXCV. Palermo, 1875.

"Tu della Musa ti lagni, il ciglio "Ancor molle hai di pianto.... "Ed hai crëato un canto! Luglio 1875. Oh!... Il bel tempo dei miracoli, Dei giulivi menestrelli, Delle fate, degli spiriti E dei magici castelli! Oh! il bel tempo dei pigmei, Delle imprese e dei tornei!