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Non manca il Prato d'avvertirmi come questa canzone sia quasi totalmente identica ad una romana data in luce dal SABATINI (Riv. di letterat. pop., 1877, vol. 1, fasc. 1, N. 13), e come ne sia la forma alquanto bastarda,

[Nota 49: Al bravo dei Rumeni si può estendere quanto si legge nella seguente noticina apposta ad un canto pop. russo dal DE JULV

¹⁷⁵ Cfr. i nostri Canti pop. sic., ediz., v. II, n. 749. Il monastero dei Sett’Angeli, convertito un secolo dopo in iscuola del Comune, dove taccheggiava una ignorantissima femina, onoravasi di suora Naselli dei Principi di questo nome; le Stimmate di suora Barletta dei Principi di S. Giuseppe; le Vergini, di suora Maria-Fede dei Marchesi di Villabianca, nostra vecchia conoscenza.

MARCOALDI, Canti pop. ined. umbri, liguri, piceni, piemontesi, latini, Genova, 1855, p. 65. [Nota 16: La novella fiorent.:

Efficace oltremodo e pieno di vita è un canto ellenico, che si legge in MARCELLUS (Chants pop. de la Grèce moderne, Paris 1860, p. 162), e che mi piace trascrivere per intero:

⁴⁹⁸ Anni 1780, 1787, 1790. ⁴⁹⁹ Pitrè, Fiabe, Novelle e Racconti pop. sic., v. IV, n. CCLXVIII. Cfr. nel presente volume il cap. II, p. 27. Forte, incessante il desiderio dei cittadini di recarsi ogni giorno a questo luogo di svago, forte così da diventare una specie di bisogno. La stagione inclemente e le giornate rigide non valevano a moderarlo.

⁵² T. Fazello, De rebus siculis, Decades duae. Dec. II, lib. VIII, ed altri autori citati da Pitrè, Fiabe, Novelle e Racconti pop. sic., v. IV, n. CCXCV. Palermo, 1875.

L’amico Luisi non si maravigliava affatto dei diciassette sinonimi cuciti dal Catinella; si maravigliava invece che egli ne avesse dimenticati parecchi altri: e in sonetto responsivo li enumerava a gloria della «sicula lingua»⁴⁰⁶. ⁴⁰⁶ Pitrè, Fiabe, Novelle e Racc. pop. sic., v. I, pp. 186-87.

L'Hardung, appunto per questo, ne riporta una sola; tutte si leggono in BRAGA, Cantos pop. do archipelago açoriano, p. 285-87.

Quando ad una madre si lodavano le fattezze della sua creatura, ella, che aveva sempre l’incubo dello scellerato flagello, rispondeva malinconicamente e, purtroppo, con la esperienza dei fatti: Nun si diri bedda S’ ’un cci passa la pustedda; e la pustedda era appunto la pustola del vaiuolo³⁸⁵. ³⁸⁵ Pitrè, Medicina pop. sic., pp. 238-41 e 250.