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E come 'l volger del ciel de la luna cuopre e discuopre i liti sanza posa, cosi` fa di Fiorenza la Fortuna: per che non dee parer mirabil cosa cio` ch'io diro` de li alti Fiorentini onde e` la fama nel tempo nascosa. Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, gia` nel calare, illustri cittadini;

Chiamato fui di la` Ugo Ciappetta; di me son nati i Filippi e i Luigi per cui novellamente e` Francia retta. Figliuol fu' io d'un beccaio di Parigi: quando li regi antichi venner meno tutti, fuor ch'un renduto in panni bigi, trova'mi stretto ne le mani il freno del governo del regno, e tanta possa di nuovo acquisto, e si` d'amici pieno,

Questi lo difesero con foga da partigiani. I critici più illuminati, più indipendenti dalle brighe teatrali, lo compresero ed ammirarono sempre molti gli furono devoti constantemente, e fra questi il Rovani, Paolo Ferrari, Emilio Treves, Colucci, Francesco Zappert, Filippo Filippi, ed altri distinti. La giovane letteratura italiana era tutta per lui.

La signorina Lalla gli aveva dato appunto la noticina di tre romanzi del Feuillet: Monsieur de Camors, Sibilla, e un altro citato dal buon Filippi nella Perseveranza. Fatta la somma, e colla spesa del viaggio per giunta, occorreva una trentina di lire, ed erano gi

Nelle sale delle crociate, che vengono dopo, si hanno i Goffredi Buglioni, i Filippi Augusti e i San Luigi a tutte le salse.

Chiamato fui di la` Ugo Ciappetta; di me son nati i Filippi e i Luigi per cui novellamente e` Francia retta. Figliuol fu' io d'un beccaio di Parigi: quando li regi antichi venner meno tutti, fuor ch'un renduto in panni bigi, trova'mi stretto ne le mani il freno del governo del regno, e tanta possa di nuovo acquisto, e si` d'amici pieno,

E come 'l volger del ciel de la luna cuopre e discuopre i liti sanza posa, cosi` fa di Fiorenza la Fortuna: per che non dee parer mirabil cosa cio` ch'io diro` de li alti Fiorentini onde e` la fama nel tempo nascosa. Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, gia` nel calare, illustri cittadini;

E come ’l volger del ciel de la luna cuopre e discuopre i liti sanza posa, così fa di Fiorenza la Fortuna: per che non dee parer mirabil cosa ciò ch’io dirò de li alti Fiorentini onde è la fama nel tempo nascosa. Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, gi

Anzi s'offeriva di vantaggio pagare alla regia Camera per suo signoraggio o «sarsigia», come dicono, 200 mila lire, e battere 200 mila doppie della bontá e peso solito e 500 mila filippi pure alla bontá e peso consueto. Meritava le statue e gl'incensi, piú che non fecero i romani a Mario Gratidiano per aver introdotto in zecca i saggiatori.

I darici di Dario re di Persia, i filippi di Filippo re di Macedonia, furono anticamente famosissime monete, ricevute da tutte le nazioni, perché di finissimo oro constavano.