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Aggiornato: 2 giugno 2025
Il generale Morra «è l'autore di quel saluto di congedo agli ufficiali in partenza, che dopo avere nell'isola, tra dolorosi frangenti, mostrato pur cuore di soldati italiani, mentre partivano pensosi ed afflitti delle cose vedute, si udirono in un discorso gonfio di rettorica vanesia decretare allori da essi nè bramati nè sognati nè chiesti, i tristi allori della guerra civile, come tornassero da Filippi o da Farsaglia.
All'incontro batte il filippo d'argento in bontá d'once 11 danari 10 e peso di danari 22 grani 18, e lo spende lire 7.10, onde una marca di tali filippi vale lire 63-27/91, e contiene d'argento fino once 7 danari 14 grani 16.
Nel 1875 accompagnava l'ing. Angelo Genolini in un tentativo al Dente del Gigante, ripetuto poi due anni dopo con lord Wentworth e l'avv. De Filippi. A proposito di questa bizzarra vetta, insensibile alla assidua corte che le faceva un numeroso stuolo di ammiratori, a quanto mi riferiscono altre guide militanti allora, Emilio fiutava la possibilit
E come ’l volger del ciel de la luna cuopre e discuopre i liti sanza posa, così fa di Fiorenza la Fortuna: per che non dee parer mirabil cosa ciò ch’io dirò de li alti Fiorentini onde è la fama nel tempo nascosa. Io vidi li Ughi e vidi i Catellini, Filippi, Greci, Ormanni e Alberichi, gi
E in veritá non è dubbio alcuno che con questi tre milioni si empiva in tal modo lo Stato, che non vi restava luogo in commercio per li filippi e le doppie: anzi li filippi stessi, che egli offeriva di battere, sarebbono stati facilmente ritirati da lui medesimo e ribattuti in moneta a 4 per 100 meno; e, non essendo ricevute fuori di Stato quelle monete se non al loro giusto valore, sarebbe andato fuori di Stato ben presto il restante de' filippi e delle doppie.
L'una e l'altra, per mia fé, moneta molto grossa e di peso: se però non è equivoco nell'uno e nell'altro luogo; e quel nome di «buoi» in Omero non è piú tosto il nome delle monete istesse di Teseo, che de' buoi portavano l'impronta, come la pecora nelle romane effigiata dicessimo: onde le leggi imponessero la pena di tante pecore, volendo dire di tante monete coll'impronto della pecora; come oggidí si dicono «cavallotti» certe monete lombarde coll'impronto d'un cavallo, e con piú nobile uso sentiamo chiamar «luigi», «filippi», «carlini», «giuli», «paoli», «mocenighi», ecc., varie monete dal nome de' loro principi: costume che fu pur anco de' greci e degli asiatici, che «filippi» e «dari», dal nome di Filippo di Macedonia e di Dario re di Persia alcune monete nominarono.
Parola Del Giorno
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