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Quel sospiro soffia in un grande inferno: perché Ugo bestemmia: Sempre un rimorso nella mia preghiera! Ma Imilda se lo stringe a . Quando il boscaiuolo era entrato nella capanna era Silverio, ora il cavaliero era Ugo. Con Silverio Imilda amava la pace, con Ugo adorava il passato, il presente, l'avvenire. No, Ugo! Io ti seguii! Non ti seguii: ma ti volli, ti trascinai, ti inebbriai!

Quando il conte fu vicino al giuocatore, disse con voce d'una freddezza stridente lasciate pure correre l'espressione che mi risuona ancora all'orecchio: «Mentitore vigliacco!...» Come allo scatto di una molla, il Vialli alzò la stecca; allora il conte, in un lampo, glie la strappò di mano e mandando indietro l'uomo con un urto nel petto, ruppe sul ginocchio il forte bastone come fosse un fuscellino.... Cieco d'ira, il Vialli fece per slanciarsi su lui, ma era troppo; il terrore da cui eravamo stati ammaliati svanì; dieci, venti persone si slanciarono in mezzo, io fra questi; e, trovatomi vicino al conte, lo trascinai in un'altra stanza....

La sua repentina scomparsa mi rese immobile per qualche tempo, e quasi asfissiato nel vuoto, e cieco come un uomo, che abbagliato dalla luce istantanea, rientra immediatamente nelle tenebre. Illusioni, speranze, amore, tutto era svanito: la vita mi sembrava un'ironia atroce, un inganno, un supplizio! Mi trascinai fino ad una sedia, caddi colla testa sul tavolino e le braccie penzoloni.

Quel miserabile si opponeva. Lo trascinai meco, lo trascinai al letto di mia moglie. Essa dormiva; io la svegliai aspramente e le dissi: Ulrica, rinuncia al tuo nome, all'U detestabile del tuo nome! Mia moglie mi guardava fissamente, e taceva. Rinuncia, io le replicai con voce terribile, rinuncia a quell'U.... rinuncia al tuo nome abborrito!!... Essa mi guardava ancora, e taceva!

E con tutta la mia debole forza m’avvinsi a quel suo braccio nudo. La trascinai. Venne con me, nella mia camera. Il mio letto era sconvolto. Mi coricai. La feci sedere su la coltre. Tenevo le sue mani, le sue braccia, le sue spalle. Avevo terribilmente voglia, non so perchè, di baciare la sua bocca.

E intesi da lui un racconto terribile, un racconto che io non rivelerò mai, benchè altri il possa allo stesso modo sapere, e sul quale ho potuto ricostruire tutto l'edificio di quella mia esistenza trascorsa. Quando egli ebbe finito, io mi trascinai a stento fino ad un piccolo villaggio vicino, d'onde fui trasportato, gi

Il mio cuore?... lo avvolsi nelle tue trecce notturne di donna lasciva; Il mio cuore?... lo trascinai tutto a brandelli, su le tue onde schiumose, dentate come crudeli seghe d'argento!...

Lidia, la quale comprendeva questo, vibrava di gaiezza, quantunque Gian Luigi mancasse fra i pochi intimi; e perchè mancava, ella non era elegante come di solito.... Sei nervoso, mi disse Ettore Caccianimico, sorprendendomi in quelle meditazioni. Fai gli onori di casa in modo pessimo. La tua signora deve lavorar per due. Io lo afferrai per un braccio e lo trascinai nel vano d'una finestra.

Gli organetti mi mettevano in fuga, la musica mi batteva nella testa come un martello, gli uomini che ridevano mi parevano matti, e mi facevano paura. Mi trascinai a casa per l'ora del pranzo, pensando che un ritardo avrebbe potuto far ricadere malato mio zio, e mi misi a tavola senza poter inghiottire un boccone. Alle sue interrogazioni risposi confusamente accusando un dolore di capo.

Vieni abbasso, nel salottino ove si fuma, e conoscerai subito una ventina di colleghi. Lo presi per mano, lo trascinai nel salottino dove si faceva un baccano d'inferno e, intimando silenzio, dissi: Signori: ho l'onore di presentarvi un chiarissimo nostro collega, l'illustre scrittore... Scusa: come ti chiami? Prospero Martucci.