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Verso la fine della seduta, il Martucci domanda al suo cicerone: Mi farebbe proprio un gran favore, se avesse la compiacenza di mostrarmi il duca di Sandonato. Vedi quell'omino con la barbetta nera? dice il cicerone, indicando la figura sparuta dell'on. Barazzuoli, soprannominato Agonia; ebbene: quello è il duca di Sandonato.

Succede un po' di calma relativa, in cui Martucci ci scambia ancora qualche stretta di mano, balbettando: Ma loro mi confondono di cortesie, ma loro.... Sta zitto; interrompe il cronista della Riforma; e invece di far dei complimenti stupidi narra la tua biografia. Non saprei. Come! esclama un redattore della Tribuna, tu non hai una biografia?

A queste parole, tutti gli si precipitano addosso, gli stringono le mani fino a storpiarle, lo abbracciano, gli si appendono al collo, lo baciano sugli occhiali, lo soffocano letteralmente di dimostrazioni d'affetto, di tenerezze, l'assordano con un diluvio di esclamazioni di questo genere: Ma dunque è proprio lei, Prospero Martucci? Così giovane e gi

Scusi, dice Martucci un po' risentito; quanto a Brofferio, mi ricordo perfettamente di avere letto che è morto tanti anni fa. Ma tu, caro mio, confondi con Guerrazzi. Domando scusa: mi ricordo bene; il morto è proprio Brofferio. Hai ragione, perbacco; sono io che confondo. Quel ministro calvo allora è Guerrazzi. Ah, dicevo bene!

Vieni abbasso, nel salottino ove si fuma, e conoscerai subito una ventina di colleghi. Lo presi per mano, lo trascinai nel salottino dove si faceva un baccano d'inferno e, intimando silenzio, dissi: Signori: ho l'onore di presentarvi un chiarissimo nostro collega, l'illustre scrittore... Scusa: come ti chiami? Prospero Martucci.

Il Martucci, intontito, baciucchiato, ballottato dall'uno all'altro, con un sorriso idiota sulle labbra, risponde a monosillabi, mentre uno gli strappa il cappello di mano, dicendogli: Dia qua: non stia con quell'impiccio tra le mani. Fa tanto caldo! grida un altro: si levi pure anche il soprabito. E in tre o quattro lo sbottonano e lo mettono in maniche di camicia.

In quel punto, la voce dell'usciere Gaetano grida dall'alto della scala: Signori: Nervo ha finito; parla Minghetti. Tutti si precipitano alla tribuna e Prospero Martucci resta solo come un cane, suda peggio di un facchino per liberarsi del tappeto e finalmente sale alla tribuna anche lui e si trova tra il redattore della Tribuna e me.

Diciamo, dunque, Martucci, corrispondente della Campana di Valdinievole.