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Date querce ed allori a le recenti Brecce di Porta Pia, date corone Al Sabaudo Monarca, itale genti; E custode di lor l'inno risuone, Che diêr braccia e pensieri E la vita al grand'uopo! Are son fatti Li trafficati e neri Templi dei dieci colli, Cui geme al piè, d'onta e di rabbia tinto, Chi al ciel serva la terra, e a la codarda Fede contenne il Pensier divo avvinto.

Balla con noi, buon re: noi non siam prenci, Non vestiamo, gli è ver, porpora ed ostro, Ma fatto è il manto tuo coi nostri cenci, E tinto te l'abbiam co'l sangue nostro. Balla con noi, buon re: vigile ognora Tu pensavi al tuo popolo diletto: E il popol tuo vegliava e veglia ancora Per comporti a sue spese un cataletto.

Tutto di sangue il vede molle e tinto, e che ne versa tanto in su l'arena, che gli par ch'abbia tosto a restar vinto: debole è , che si sostiene a pena. Fa per levarsi Olivier molte prove, da dosso il destrier però si muove.

<<Ed ella i passi vostri in bene avanzi>>, ricomincio` il cortese portinaio: <<Venite dunque a' nostri gradi innanzi>>. La` ne venimmo; e lo scaglion primaio bianco marmo era si` pulito e terso, ch'io mi specchiai in esso qual io paio. Era il secondo tinto piu` che perso, d'una petrina ruvida e arsiccia, crepata per lo lungo e per traverso.

Ci fermammo a far colazione su di un vecchio tronco d'albero, presso una carboniera e provammo un piacere simile a quello di Ulisse, quando si assise al banchetto apprestatogli da Circe nel suo palazzo. Era veramente delizioso gustare un buon sorso di vino in quella profonda pace, su quell'omerica spiaggia, dinanzi all'azzurro di quel mare, tinto in rosa all'orizzonte.

Per la qual sopra detta cagione, nella marina finalmente cadde; quinci l'exempro presente procede, la cui allegoria brevemente così si contiene, che finalmente ciascuno figliuolo fuor dell'ammaestramento del padre operando, in suo danno procede. Comincia il XVIII Capitolo Logo in inferno detto Malabolge Tinto di pietra e di color ferrigno Come la cerchia che d'intorno il volge

La prima cosa non si può fare, signora marchesa; rispose il finto Bonito; e mio marito ve ne direbbe le ragioni, se fosse d'alcun pregio il conoscerle. La seconda l'avrei fatta ben io, ma col dispiacere di restare alla porta del convento. Venire a Voi col viso tinto di carbone o di pece!... che cosa avreste detto di me?

E se stati non fossero acqua d’Elsa li pensier vani intorno a la tua mente, e ’l piacer loro un Piramo a la gelsa, per tante circostanze solamente la giustizia di Dio, ne l’interdetto, conosceresti a l’arbor moralmente. Ma perch’ io veggio te ne lo ’ntelletto fatto di pietra e, impetrato, tinto, che t’abbaglia il lume del mio detto,

cosi` rotando, ciascuno il visaggio drizzava a me, si` che 'n contraro il collo faceva ai pie` continuo viaggio. E <<Se miseria d'esto loco sollo rende in dispetto noi e nostri prieghi>>, comincio` l'uno <<e 'l tinto aspetto e brollo, la fama nostra il tuo animo pieghi a dirne chi tu se', che i vivi piedi cosi` sicuro per lo 'nferno freghi.

La folla si fende; un Cavaliere di aspetto leggiadro, con la visiera calata, portante scudo con figura affatto simile a quella del Monforte, se non che posta nella sua naturale attitudine, salutate in prima le dame, percuote col ferro dell'asta la insegna obbrobriosa del primo tenitore: al punto stesso il Cavaliere vede un altro ferro di mole maravigliosa, tinto di sangue rappreso percuotere la medesima insegna, onde volge la testa, e scorge un sembiante coperto di piastre di acciaio, il quale portava per impresa il fulmine, che cadente dalle nuvole abbatteva una torre, col motto: da man celata scende.