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Lo sai!... amiche provammo di esserlo, ma non ci riuscimmo, tanto è la differenza che passa fra noi due di educazione, di abitudini, di simpatie... non mi so spiegare, ma sento che non le voglio bene.

E noi, a onorar la memoria di Selvaggia dei Vergiolesi, e dell’illustre poeta e legista messer Cino de’ Sinibuldi che di lei dolcemente cantava, e perchè le passate cittadine discordie ammaestrino gli avvenire, ci provammo a tessere questo racconto. Or esso qui è compiuto.

La mattina del 21 giugno, lasciamo il colle di Gafat, questa residenza reale dove provammo tante emozioni e tante soddisfazioni, e accompagnati dai Naretti e da qualcuno della Corte che ci vogliono scortare per breve tratto, proseguiamo verso ovest, rifacendo in parte la strada fatta nel venire, e ci fermiamo un'ora prima del tramonto presso un villaggio all'altezza di 2000 metri, dove malgrado gli ordini del re ci rifiutano qualsiasi ospitalit

Così contento che non lo cambierebbe con quello di un principe... Secondo i principi... A forza di ruminarci sopra, non potemmo più reggere alla tentazione, ed una bella mattina del mese di giugno il mio amico Antonio ed io ci provammo ad arrampicarci sul monte Barro, voltando le spalle al territorio di Lecco, per andare a vedere da vicino il prodigio vivente.

Ma ci provammo in van; scura mia vita, Chè de gli afflitti non ha ben la speme; Pugnai, ma come vedi empia ferita E le mie forze, e le mie membra ha sceme; Così carca di pena aspra infinita Corro languendo inverso l'ore estreme; Pur del punto mortal prendo diletto Che porrammi d'Alfange anzi il cospetto.

Ci fermammo a far colazione su di un vecchio tronco d'albero, presso una carboniera e provammo un piacere simile a quello di Ulisse, quando si assise al banchetto apprestatogli da Circe nel suo palazzo. Era veramente delizioso gustare un buon sorso di vino in quella profonda pace, su quell'omerica spiaggia, dinanzi all'azzurro di quel mare, tinto in rosa all'orizzonte.

Fra il generale rimescolamento di quella funesta giornata, che debolmente noi ci provammo di ritrarre, e che non può essere adeguatamente compreso da chi non esca affatto dalle costumanze d'oggidì, tutte quiete, tutte regolate, coperte, personali, per trasportarsi in quelle d'allora, piene di pubblicit

«Egli è finito, mio Re: noi provammo di tentare anche una volta la fortuna; i nemici stavano avvisati; molti uccidemmo, molti anche dei nostri rimasero uccisi: due volte, mentre io correndo senza spada per la mischia animava i Saraceni, d'Angalone mi coprì con lo scudo, e mi difese dai colpi nemici. Giordano, io ti dissi grazie allora, e te lo dico adesso, e sempre.

Demmo un'ultimo sguardo alla stanzaccia che ci aveva racchiusi quei giorni, e, cosa strana, provammo un certo dispiacere ad abbandonarla. Quanti pensieri, quanti generosi proponimenti, quanti ricordi, quante speranze non ci avevano agitato l