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Il vostro caso, del resto, non è nuovo nella storia; si è dato il simile, tremila e più anni fa, nell'isola d'Itaca, ed è toccato alla regina Penelope. Ce ne aveva un bel numero anche lei, che non le davano tregua. Ma un giorno capitò Ulisse a casa, e li conciò per le feste. Se uno di questi giorni, imitando Ulisse, il savio conte Quarneri....

Signora, io non ho cera qui sotto le mani per turarmi gli orecchi, come fece Ulisse, allorquando egli ebbe a trovarsi in un caso simile al mio; ma vi giuro che, se voi proseguite a parlarmi così dolcemente, io supplirò alla cera colla palma delle mani.

Il Chiesi, che non sa leggere in letto perchè gli si chiudono subito gli occhi, in Castello aveva dei momenti di disperazione perchè non gli si concedeva il riposo notturno. Ulisse Cermenati, che sa stare ritto sulle gambe, andava al processo dinoccolato e pieno di sonno, e Federici raccontava agli amici che accendeva, spengeva e riaccendeva il lume con dei tentativi di passare la notte leggendo.

Così fossi io Achille, per obbedirvi e giungere sotto il vostro patrocinio alla vittoria sperata! , se non ci fossero altri pericoli che questo! esclamò Fiordispina ridendo. Ma per l'impresa a cui alludete, signor Gino, se anche io fossi Minerva, ci vorrebbe un Ulisse. E vada per Ulisse; replicò Gino. Siamo in acqua, di fatti, ed egli ne corse molta, con l'aiuto della Dea.

28 Non fu Nireo bel, non eccellente di forze Achille, e non ardito Ulisse, non veloce Lada, non prudente Nestor, che tanto seppe e tanto visse, non tanto liberal, tanto clemente, l'antica fama Cesare descrisse; che verso l'uom ch'in Ischia nascer deve, non abbia ogni lor vanto a restar lieve.

E così alcun altro Greco, nominato Sinone, ancora cotale colpa s'induce, il quale, secondo che nelle troiane storie si conta, essendo rimaso solo col cavallo, nel quale l'agguato de' Grecci si mise, e lasciandosi ei pigliare a' Troiani falsamente essendone disaminato da loro, di tale dificio rispose, secondo che nella chiosa del vigesimo sesto canto di questo libro, in alcun luogo per Ulisse si conta.

Ulisse Moscati si ritrasse, come aveva divisato, nel chiostro; però non prese mai gli ordini sacri, e godè per alcuni anni quella pace stanca, che aspetta gli uomini, non gi

APOLLIONE. Chi non è uso a mentire, crede ogniun che dica il vero. Ma io tocco la veritá con le mani. NARTICOFORO. Io non posso imaginarmi uomo piú perfidioso di te: questi è un «doli fabricator Epeus», è un altro Ulisse che fece il cavallo igneo per prender Troia. Tu ne sei stato admonito prima, che persuade a ciascun che sia lui.

De' sopradetti due Greci qui per simiglianti così si ragiona, de' quali l'un fu chiamato Ulisse, l'altro Diomede, figurandogli insieme a modo della sopradetta pira nelle presenti fiamme, a dimostrare la gran compagnia che di cotali operazioni tra loro si ritenne, tra le quali d'alquante ordinatamente qui per ricordanza si danno, incominciandosi a quella dell'agguato del cavallo, col quale Troia da' Greci finalmente fu tolta. La quale brevemente così si contiene, che essendo grandissimo tempo, per cagione della tolta Elena, l'esercito de' Greci intorno da Troia dimorato, al principale di loro, cioè a' re Menelao, per loro cotale consiglio ordinatamente si diede, che falsamente una statua grandissima d'un cavallo fosse fatta, nella quale certa quantit

E quando Bacci, il sostituto avvocato generale in missione, escluse dal numero dei colpevoli Ulisse Cermenati e Arnaldo Seneci, amministratore dell'Italia del popolo, sulla faccia del direttore si diffuse la consolazione. Egli respirava più liberamente. La reclusione degli amici gli sarebbe pesata sul cuore come un martirio. In galera nessuno lo ha mai sentito lamentarsi.