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Intanto supponendo il nemico fidente di quelle dimostrazioni, mandò molte colonne del suo esercito sotto il comando del suo fratello Oddo a prendere posizione sul contado di Lucera; il nemico però stava all'erta, e avuta notizia del fatto si pone arditamente in campagna, rompe Oddo, e lo incalza fino a Canosa; poi lasciatolo così malconcio in parte che non più possa riunirsi al grosso dell'armata, si fa contro Bertoldo, il quale, dopo due ore di ostinato combattimento costretto a cedere, fugge più che di passo verso Napoli col Cardinale Legato.

Nicla fu a sua volta sorpresa dall'effetto che le due strofi e la sua voce avevan destato nell'animo del fanciullo. Ella aveva recitato per giuoco, supponendo ch'egli non sentisse la parola sacra del poeta; ed egli era stato colto d'un subito, strappato alla realt

Partito che fui dal Duca di Lodi e giunto alla mia casa, ritrovai un commesso del giudice di pace Banfi, che mi disse essere quel giudice premuroso di parlarmi e che a momenti sarebbe giunto. Mi trattenni pertanto nel portico senza montare le scale e pochi momenti dopo venne il giudice. Dissemi aver bisogno di me, ed instò perché mi portassi seco alla casa del ministro Prina, ove il popolo si affollava minaccioso. Credeva egli essere questo il solo e piú prudente partito per sedare il tumulto, ragionando su ciò che al Senato era accaduto e supponendo che il popolo non si sarebbe inoltrato di piú quand'io mi fossi presentato. Ma non trovandomi io piú in abito di senatore, ma vestito nel modo consueto e comune, non credetti dovermi esporre con troppa facilit

Ella era così stanca, così abbagliata da tutta quella ricchezza che la schiacciava, da quel tributo grandioso resole da don Pio, che non aveva più forza, e si lasciò cadere spossata sopra un divano non supponendo che alcun pericolo la minacciasse, e convinta che Adriana, che vedeva in un palco poco distante, l'avrebbe presto raggiunta.

Poco, lo ripeto, sappiamo, pur troppo, della vita del Manzoni in quegli anni che corsero dal suo matrimonio alla pubblicazione del Conte di Carmagnola e dell'Adelchi; ma forse non andremmo troppo lontani dal vero, supponendo che alcun grande dolore abbia agitato l'animo del Manzoni nel tempo, in cui, venduto il Caleotto, egli scrisse le sue tragedie ed incominciò il proprio romanzo. Vi sono versi che non si possono scrivere altrimenti che sotto una impressione molto viva e dolorosa; ed i versi che ho citati, mi fanno dubitare che il Manzoni abbia desiderato in quegli anni prender parte a qualche congiura politica, che, per una recrudescenza d'amor patrio, abbia corso qualche gran rischio e temuto assai per la propria famiglia e siasi poi sentito accusare di qualche debolezza: la malattia nervosa che lo visitò, appena terminata la sua tragedia, le varie ciarle alle quali diede occasione il suo ritorno a Parigi, hanno forse qualche relazione con alcun fatto che ignoriamo, ma del quale potrebbe darsi che si trovassero indizii ne' suoi scritti di quel tempo. Fu caso fortunato che i componimenti del Manzoni cadessero sotto gli occhi del Goethe, ma non gi

Ma, supponendo amendue che colui al quale fosse nato il ghiribizzo di far loro la spia, non ne saprebbe cavar nessun costrutto, si tennero sicuri; e dopo che il signor Omobono ebbe pagato l'oste, uscirono all'aperto.

La lettera che donna Camilla guardava con gli occhi sbarrati era proprio diretta a Maria Caruso, e don Pio, supponendo che la moglie dormisse, e dopo lunghe esitazioni, aveva creduto di destar minor sospetto ponendola, come tutte le altre lettere, al posto consueto, che consegnandola a un domestico il quale poteva essere spiato dalla principessa e indotto a parlare.

Così aveva promesso all'amico, proponendosi bene di non mancare. Egli non si era ingannato supponendo pericoloso per lui trovarsi colla principessa e con Camilla, benchè credesse che queste ignorassero l'amore di donna Livia per Federico. Donna Maria e la dalmatina avevano davvero fatto qualche assegnamento su Dal Pozzo sino dal primo istante in cui si erano avvenute in lui.

Un giorno ella trovò sulla scrivania di don Pio un paio di lunghissimi guanti da donna e sorrise a denti stretti, come se quello fosse un indizio che una volta o l'altra il marito avrebbe dimenticato una lettera, una prova, come aveva dimenticato quei guanti, e li guardò, li odorò lungamente e poi si diede a fissare la scrivania supponendo che in essa stesse rinchiusa tutta la corrispondenza di Maria.

E fa per ritirarsi, così inchinandosi, per l'uscio donde è entrato; se non che, scorto il Belcredi che s'era un po' accostato per sentire, nel vedergli voltar la faccia verso il fondo e supponendo che voglia rubargli la corona imperiale posata sul trono, tra lo stupore e lo sgomento di tutti, corre a prenderla e a nascondersela sotto il sajo, e con un sorriso furbissimo negli occhi e sulle labbra torna a inchinarsi ripetutamente e scompare.