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La bandiera italiana, sulla quale era lo scudo di Savoia, fu poderosamente contrastata, e Schiaffino cadde morto stringendola e impedendo che altri la prendesse; Menotti allora l’afferra, e la lotta continua, senza permettere ai Borbonici che si impossessassero del sacro vessillo; Garibaldi, in mezzo a suoi, grida: «Qui bisogna vincere o morire.

«Spero saranno piroscafi, non legni a vela: sarebbe troppo noioso il viaggio soggiungeva il maggiore dei Cairoli colla sua calma angelica Bixio, Schiaffino, Castiglia, Elia, Orlando, incaricati di condurli via dal porto, non sono uomini da lasciarsi intimorire da minacce o da ostacoli».

Ed il prode, insieme ai suoi vecchi amici che vollero dimettersi con lui, Schiaffino, Basso, Froscianti, Elia, Gusmaroli, Stagnetti, Rossi ed il figlio del generale Menotti si ritirarono a Caprera e col

Ed ora: tre volte gloria! Ecco l'esercito leggendario, i trentamila vincitori del '60, un torrente color di fuoco, i «mille» immortali, soldati di tutti i popoli, centinaia di giovinetti e d'uomini canuti, stormi di calabresi e di «picciotti», una pleiade di generali registrati dalla storia, il Sirtori, il Cosenz, il Turr, il Lamasa, l'antico campione del Vascello; e in capo alle file dei più bravi, i morti venerabili e i feriti memorandi: il Tukery, fulminato all'assalto di Palermo, Benedetto Cairoli che gitta sangue dalla fronte, Nino Bixio che si strappa dal petto con le proprie mani la palla borbonica, Deodato Schiaffino, bello come una figura del Da Vinci, caduto sotto un'intera scarica di plotone a Calatafimi, Achille Majocchi che agita tra il fumo il braccio troncato, l'Elia che ricevette nella bocca il piombo diretto al cuore di Garibaldi, e Filippo Migliavacca, l'eroe di Varese, morto come un romano antico a Milazzo, e Pilade Bronzetti, il cui sacrificio sublime al Volturno salvò l'esercito da un colpo mortale.

Come potrò io scordare quel gruppo di giovani, che tementi di vedermi ferito, m'attorniavano, facendomi del loro prezioso corpo un baluardo impenetrabile! Se io scrivo commosso a tali memorie, ne ho ben donde! E dover mio non è forse di ricordar, fra i molti, almeno i nomi di quei valorosi caduti: Montanari, Schiaffino, Poggi, Elia? .