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E se, aveva soggiunto la povera Fortunata, s'egli fosse diventato un altr'uomo, se avesse messo giudizio, se volesse esser davvero un buon marito e un buon padre.... intendi bene che non potrei lasciarlo. Se uno solo de' tuoi se si verificasse, rispose Gasparo sapendo di rischiar poco, sarei il primo a dirti: Rimani a Venezia.

Intanto, pur allor che senza asprezza Un cor religïon fervido porta, Consüetudin mai di vil mollezza, per , per altri unqua sopporta. Poco gl'incanti della vita apprezza Chi di celeste amor l'alma conforta: Giorni in secreto mena penitenti, E se bello è il rischiar, corre ai cimenti.

Egli non s'era punto illuso sull'effetto che la sua risoluzione produrrebbe su sua madre e sulla ragazza da lui amata. Agli occhi loro non c'era scusa per lui, o, a meglio dire, ce n'era una sola, era divenuto pazzo addirittura. Chi avesse un grano di sale in zucca non consentirebbe mai a principiar la sua carriera sotto tristi auspici. C'era proprio sugo ad aver studiato tanti anni, a esser stato fra i primi della scuola per finir poi a tener i conti d'una miniera, o, peggio ancora, a scendere in fondo ai pozzi cogli operai a rovinarsi la salute e a rischiar la pelle! Come se gli mancasse il pane da mettersi alla bocca, come se non potesse aspettare fintantochè offrivano anche a lui la direzione d'una Banca, o una cattedra d'Universit

Da tutte le parti il dolore l'assaliva e cresceva, cresceva; l'atterrava, le negava ogni scampo. Si sentiva soffocare, le pareva di andare sotto, sotto, come suo padre, nell'acqua gelida e limacciosa. Ma quegli ossessi gridavano continuamente, e i sassi volavano. Ella ebbe un altro scoppio. Non era meglio sfidarli, rischiar la vita... finirla?... Spalancare la finestra?

Ora andiamo al resto e per ordine. Chi deve fare il tiro? Qui è lo scoglio, disse il Carrarella grattandosi la zucca, e anche il cugino Santo accennava di con il capo. Volevano i danari quei due farabutti, ma di rischiar la pelle, no, non se la sentivano. Per la madonna! ma lo faremo noi, lo faremo! esclamò Sciaverio con un lampo in que' suoi occhiacci foschi.

Pensi V. E. che poteva esser di lei, senza questo colloquio.... quante cose sin ora ignorava; che fitto mistero circondava tutta la sua vita.... non dava un passo senza rischiar di cadere in un'insidia e senza non abbattersi in un tradimento sicuro.

In quanto a lui, dell'indipendenza non gliene importava punto poco; solo vedeva con piacere per le vicende della guerra la guarnigione crescer ogni giorno, e molti dal di fuori rifugiarsi a Venezia. E per mettersi, come si dice, a livello delle circostanze, il signor Oreste ingrandiva la sua trattoria, si provvedeva di vini napoletani che richiamassero alla Venezia risorta i prodi seguaci di Guglielmo Pepe, migliorava il servizio, e dava impiego a due nostre vecchie conoscenze, esuli dalla provincia, la bella caffettiera d'Oriago e il relativo marito. , la Rosetta e Menico, all'avvicinarsi degli Austriaci avevano stimato opportuno di chiudere il caffè e di fuggir gli invasori. Veramente Menico, sulle prime, non capiva perchè i Tedeschi, tornando, dovessero prendersela direttamente con lui; ma sua moglie, la quale correva dietro a un sott'ufficiale della legione romana, tanto disse e fece per provare al consorte ch'egli s'era compromesso in un modo tale da rischiar la vita ove fosse rimasto, che egli finì col persuadersi di essere un gran patriotta minacciato del patibolo e accondiscese a emigrare, come facevano altri che, a sentir la Rosetta, erano assai meno compromessi di lui. Giunto fra le lagune con pochi quattrini, egli si sarebbe mangiati ben presto anche quelli aprendo un'osteria, se l'ottimo signor Oreste non ne lo avesse sconsigliato e non avesse offerto a lui e alla consorte un posto sicuro e onorevole presso la sua Venezia risorta. Dopo qualche titubanza i coniugi si acconciarono alla necessit

La ragione era questa. Leonardo aveva riappiccato con molto maggior fortuna di un tempo le sue relazioni con la Rosetta, quella Rosetta nipote del gastaldo ch'era andata sposa a Menico caffettiere. Ell'era maritata ormai da più anni, durante i quali il conte Leonardo non l'aveva vista, si può dire, che alla sfuggita, giacchè serbava ancora memoria delle busse avute per causa di lei e non voleva rischiar di pigliarne dell'altre. Ma quel soggiorno forzato di parecchi mesi in campagna gli aveva messo addosso di nuovo il solletico, ed egli aveva spinto ripetutamente le sue peregrinazioni fino ad Oriago a prendervi un bicchierino di rosolio dalla bella caffettiera. Infatti Rosetta era più bella che mai, d'una bellezza sensuale, lasciva, con un paio d'occhioni neri che mandavano fiamme e certe rotondit