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l'aver sentito dal servo dell'ammiraglio, il quale gli si era fatto incontro sugli scaglioni, che Candiano sarebbe stato eletto al dogato, bastava a toglierlo da' suoi timori, che la politica tenebrosa di Venezia, della quale forse non s'accorgeva interamente chi era nato sulle lagune, era nota assai fuori de' confini di San Marco, che anzi, per non esservi quelli che chiudevano la bocca a chi parlava, veniva dipinta con colori foschi e terribili più di quello forse che comportasse il vero.

Furono spedite molte gondole per le lagune, poi per un gran tratto di mare. Ma dopo molto cercare, non essendosi potuto venir mai a capo di nulla, si tralasciò ogni indagine, e quel fedel servo stette col

Facevan corteo al Buccintoro altre molte galere ed un numero immenso di gondole, tutte parate a festa e portanti la maggior parte della popolazione. Eri pur bella in quei giorni fatata regina! quando i tuoi Dandoli, i tuoi Morosini, seppellivano nel seno di Anfitrite l'anello maritale e la dichiaravano sposa propiziandola agli arditi navigatori delle lagune!... Oh! salve!

Questa dislocazione delle truppe venete si mantenne presso a poco immutata fino alla caduta della Repubblica. Subì soltanto qualche alterazione nel 1796 quando, a cominciare dai primi di giugno, dalle province d'Oltremare furono chiamate alla Dominante truppe per la difesa delle lagune minacciate dagli eserciti di Francia. Allora, per la seconda volta dopo la guerra di Cambrai, si videro raccolte milizie in buon numero dentro l'abitato cittadino di Venezia, violando la tradizionale consuetudine che ne le escludeva in via normale in omaggio alle libert

La luna illuminava le lagune; uno de' suoi raggi cadde sul volto di quella persona, nell'atto che metteva fra le mani di colui che mi rapiva qualche cosa, che non distinsi; quantunque più morta che viva, ed incapace di muovermi, io concentrai tutto quanto potevo avere di forza visiva, di attenzione, sul volto della persona, che parlava col mio rapitore... Era una donna.... una donna giovine e bellissima.

Venezia è poco venuta finora in queste pagine, per ciò che ella fu finora poca cosa all'Italia in generale; e che avea guerreggiato parecchie volte nell'Illirio e in Oriente, ma che, simile a Roma antica, dopo un quattro secoli d'esistenza, il territorio di lei non s'estendeva guari oltre al dogato, cioè alle lagune e ai lidi; ondeché la storia di lei non fu, lungo que' secoli, se non istoria tutto cittadina, tutt'empita di que' particolari di governo interno a cui dicemmo non poterci fermare.

Fin dal 751 o 752 riaprí la guerra, prese Ravenna, tutto l'Esarcato ed Istria, e in somma tutta l'Italia greca, tranne le lagune di Venezia, Roma, Napoli, ed altre cittá di quella marina, e Sicilia. Le quali sole rimasero d'allora in poi all'imperio greco, perdute per sempre quelle prime.

Abbracciamo sotto questo nome i possedimenti della Repubblica Veneta nella penisola d'Italia, escludendone il Dogado che comprendeva le lagune del settentrione dell'Adriatico e i loro margini sul continente. Più esteso però era il nome d'ITALIA VENETA, in cui s'includeva anche la penisola d'Istria.

Il moto di tutta Italia verso i piani lombardi e le lagune della Venezia riusciva pei politici della fusione tardo ed inutile. La vittoria era certa, infallibile. I nostri consigli s'ascoltavano cortesemente, si provocavan talora: non s'eseguivano mai. Il popolo s'addormentava nella fiducia.

» Ostinata burrasca li travoglie lungamente. I corsari barbareschi danno loro la caccia. Perigliano più volte andare a picco, e lunga tormentosa agonia li travaglia. Infine un fil di vento forte li gitta sulla spiaggia del Ionio, al lido di una terra di Calabria. I Veneziani rimpalmano il legno e salpano per le venete lagune. Goccelino, angustiato da febbre e stanco gi