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Ma la seduzione era irresistibile; il bisogno d'affetto, la sete dell'amore si erano in lui subitamente sviluppati e fatti impellenti; e ad un tratto egli si era abbandonato a quella dolcezza nuova, rifacendosi delle sue titubanze e delle sue esitazioni con quell'impeto che era da prevedersi.

Gli uomini si spingevano innanzi, urlando, manovrando coi pugni e coi bastoni, dilaniandosi l'un l'altro i vestimenti e le carni. Le sbarre che difendevano il padiglione caddero rovesciate ed infrante in quell'impeto erotico di maschio calore.

Dove, su chi poteva egli sfogare quell'impeto d'ira, tutto quell'odio che si sentiva nell'anima?... Egli non poteva lamentarsi, non poteva soffrire e nemmeno poteva vendicarsi!... Per Dio! che inferno!... che inferno!...

Dopo il lungo deliquio che Alberigo aveva sofferto, per la natura indebolita, le impressioni che riceveva non potevano essere di quell'impeto subitaneo che sospinge a partiti disperati, bensì di quella tristezza profonda e inesplicabile che solleva ed aiuta talvolta le angosce colle lagrime. E i rintocchi di quella campana inondandogli l'anima di una tristezza senza pari, gli fecero pensare che in quel giorno sarebbesi data la sepoltura alla povera sua Valenzia. Uno scoppio di pianto successe infatti a quel pensiero, e senza mai dire una parola, durò di questa maniera quasi tutta la giornata con gran maraviglia e compassione del servo che mai non volle abbandonarlo. Verso sera volle uscire e promesso al servo sul proprio onore, il quale rifiutavasi a lasciarlo andar fuori, che non avrebbe mai più attentato alla propria vita, e però vivesse sicuro, si recò al palazzo Grimani dove alloggiavano i legati del Conte di Virtù per avere da loro licenza di ritornarsene a Milano, ciò che facilmente potè ottenere. Appena messo il piede fuori di quel palazzo, nel punto che stava per saltare nella gondola, vide ciò che non avrebbe mai voluto vedere. A un tiro di balestra del palazzo Grimani, era il palazzo dell'ammiraglio Candiano: dinanzi agli scaglioni di quello, si vedevano quattro gondole in fila, sulle quali risplendevano molti cerei che si riflettevano nell'onda. Nelle due prime erano i frati della regola che cantavano il Miserere; nelle altre uomini e donne che pregavano. Le gondole si avviarono un momento dopo giù per il canal verso San Marco. Ma ciò che fece maravigliare il Fossano, a mal grado della passione insopportabile che lo faceva tremar verga a verga e piangere, con grandissimo stupore degli astanti, fu il vedere la persona dell'ammiraglio ritta e immobile sulle scalee del suo palazzo a vedere la processione mortuaria. La folla delle gondole e delle persone che erano sul canale traendo dietro a quella, in breve tempo il canale fu deserto al tutto. Il Fossano, per ritornare al suo alloggio, doveva passare innanzi al palazzo Candiano, e confuso e addolorato com'era, lasciò che il gondoliere vogasse per l

Ma il ministro non gli diè tempo di tradurre in atto quell'impeto di collera, e, facendosi barricata di una sedia a bracciuoli, gridò a sua volta con voce di tuono: «O re, la tua ira mi ha tutto rivelato... Il mio sospetto è omai certezza... Poichè non si tratta che di una questione di naso, io ritiro le mie dimissioni». Il re ed il ministro stettero alcun tempo immobili, guardandosi in silenzio.

«Questo pensiero mi traversò la mente spaventoso, come l'idea della morte, che ci empie di terrore nell'istante di cadere in deliquio. Esso mi strappò una domanda angosciosa: « Gualfardo! mi lasciate?... e tosto, sentendo la stranezza di quell'impeto, soggiunsi: Non restate a colazione con noi? « Non posso, mi rispose, senza neppure notare la mia agitazione. Sono due giorni che manco alle lezioni.

Considerate ben bene tutte queste cose, e giacchè vedeva che non era quello il momento opportuno di venire alle mani col Visconti, il quale, se per caso fosse rimasto ucciso, l'eccelso consiglio avrebbe punito lui d'aver tanto osato contro un ospite, ch'essa manifestamente proteggeva, fece ogni sforzo a mandare indietro quell'impeto di sdegno che gi

C'era qualche cosa di misterioso, qualche cosa di sinistro nella bonomia di quel vecchio. Le sue carezze parvero a Fidelia una affettazione di cattivo augurio, ond'ella, per sottrarsi a quell'impeto di tenerezza paterna, pose in campo un pretesto e ritirossi nel suo appartamento.

2 E s'a crudel, s'ad inumano effetto quell'impeto talor l'animo svia, merita escusa, perché allor del petto non ha ragione imperio balìa. Achille, poi che sotto il falso elmetto vide Patròclo insanguinar la via, d'uccider chi l'uccise non fu sazio, se nol traea, se non ne facea strazio.

Infelicissima sorella mia, che non hai fatto altro che patire!... Morta per cagione di quel miserabile! E non dovrò maledirlo? Ma quell'impeto durò poco. Il tempo stringeva e Gasparo aveva ancora un terribile ufficio da compiere: annunziare ai suoi genitori la nuova, inattesa sciagura che piombava loro sul capo.