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Intanto che aspettavano il Rosati, il quale era sceso in tipografia a fare alcune correzioni, don Pio disse al Caruso: Dicevo appunto alla sua signora che mi pareva stanca e sofferente e le proponevo di accompagnarla a casa. , Maria ha un aspetto insolito stasera. Va a riposarti e se il principe è così amabile di accompagnarti, approfitta della sua offerta; io non posso muovermi ancora.

E lei, scusi, mi viene un'idea splendida, possederebbe per caso una qualche laurea in legge? No? Peccato! Io la proponevo subito all'Ufficio centrale per le contestazioni legali... Ma scusi fece molto turbato il capostazione Foresti lei chi è? Chi sono? Ah, , chi sono? e trasse e presentò al capo-stazione il suo biglietto da visita: Cav. Comm. X. Y. Ispettore capo delle Ferrovie dello Stato.

Mi morsi le labbra; l'istinto vittorioso aveva costretto l'uomo a trincerarsi e a guardarsi da una promessa immediata; le parole uscivan dalla bocca del signor Folengo meccaniche; egli si dimenticava la sua professione di fede in me; gli proponevo un affare, secondo lui, ed egli mi trattava da uomo d'affari.

Lo riconosco. Per guarire la sua spensieratezza gli proponevo mille quesiti domestici da risolvere; per farlo uscire dalla sua fatuit

La grandezza e la ricchezza di Londra mi facevano ogni momento una impressione diversa. Alle volte sentivo il mio amor proprio d'italiano, schiacciato; ricordavo con dispetto le meschine vanterie a cui ci lasciamo andare in casa nostra, paragonandoci soltanto con noi medesimi; mi proponevo, quando fossi in Italia, di rintuzzarlo con sarcasmo; avrei voluto esser nato inglese, per aver diritto di guardare dall'alto in basso i latini. Altre volte invece, lo spettacolo della superiorit

Fece una pausa, e rivoltosi a me, soggiunse quasi spiegando: Proponevo alla tua signora di fare un breve soggiorno con sua madre, prima di lasciarci. Il tempo è bello e a Pallanza ci dev'essere gi

Appoggiai il capo al guanciale di lei. Non so quanto tempo trascorresse di tal guisa; io mi era ridato un'altra volta a fantasticare. I miei pensieri erano meno tristi. Pensavo a Clelia, mi lusingavo che sarebbe guarita; mi proponevo di farla felice, di dimenticare e di farle dimenticare. In quel momento io era buono, avevo piet

Posto piede sulla terra ribelle che al nuovo sole mi proponevo di percuotere col braccio della mia plenipotenza, il sindaco ci condusse ad una casa due miglia lontana da Borgo d'Ischia. La padrona introdusse dittatore e dittatrice in una modesta camera da letto e favellò in questi sensi: Ecco i fiammiferi, ed ecco la bottiglia d'acqua. Posso servirli? Grazie, noi rispondemmo, ed ella partì.

La contessa Savina maritata, io poteva ritornare a Milano. Questa era la mia ambizione e il mio sogno; io mi proponevo di svolgere tutti gli argomenti possibili per persuadere il mio buon zio a questo passo; e non avevo motivi che mi facessero temere un rifiuto.

Mi proponevo d'interrogare il mio amico Topler, ma Violet lo rimproverò dolcemente di averla abbandonata nel primo tratto di via e lo pregò di non ricadere in fallo. Soggiunse che avrebbe forse avuto bisogno di un secondo cavaliere. Mi accompagnai alla signora Treuberg e mi arrischiai a parlarle della canzonetta. Non era a posto, non era a posto, mi rispose.