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La cara fanciulla cantava appoggiata al tronco d'un faggio. Bionda, elegante, col suo bel visetto lucente di gaiezza e di malizia, pareva bene una piccola fata scherzosa della selva tedesca. Intanto sua sorella andava silenziosamente cogliendo fiori, la signora Treuberg, alquanto rossa in viso, guardava spesso i due fidanzati con una curiosit

Il povero Topler, nuovo a simili impicci, ora dava in escandescenze, ora cadeva in abbattimenti, ci si smarriva e si affidava in tutto ai consigli della signora Treuberg, che era una buona creatura, ma non la sapienza in persona, secondo Luise. E dunque? diss'io storditamente. Luise mi guardò. Il suo sguardo penetrante mi umiliò, mi rivelò di botto una donna nella giovinetta.

La biondina aveva quasi le lagrime agli occhi e offriva le braccia dei fratelli Topler per portare l'amica sua; il fidanzato, che aveva certo apparecchiate grandi cose per la refezione, non osava insistere e guardava mogio mogio ora noi, ora miss Yves, ora le sue provvigioni; queste ispiravano al flemmatico signor Treuberg una repentina eloquenza contro la proposta.

Quando ricomparve aveva una faccia piuttosto dispettosa che triste. Qualchecosa di male? diss'io. Oh no no, eine alte Geschichte, storie solite. Si tacque entrambi un poco, e poi Topler mi lasciò finalmente andare. Prima di ritornare all'albergo passai sotto le finestre illuminate di casa Treuberg, e guardai lungamente la porta dove avevo oramai deciso di entrare all'indomani.

Più tardi uscii dall'albergo, non senza la lusinga irragionevole d'incontrar chi venisse dal Parkhaus; non vidi alcuno. Prima di uscire avevo chiesto dove abitasse la famiglia Treuberg. M'indicarono una casa del Rossmarkt, piccola, bassa, graziosa; in fondo alla via si leva sopra i tetti il dorso verde di un colle. Non ci vidi altro segno di vita che le finestre del primo piano aperte.

Iersera ci sarebbe proprio stato bisogno di Lei soggiunse Il vecchio Topler voleva assolutamente sapere l'indirizzo esatto dei... Nominò la famiglia di comune conoscenza che dimorava a Monaco. La zia Treuberg proseguì non lo ricordava bene. A me pareva che fosse così. Me lo ripetè ed era esatto, ma io tacqui assorto com'ero nell'immaginar le ragioni di Topler.

Il signor Treuberg prese finalmente parte alla conversazione, esprimendo il parere che il Maiwein fosse pronto. Il limpido Rüdesheimer così odorato di bosco e di primavera era mite, acquoso al palato, ma mi correva come fuoco nel petto, vi divampava in gioia.

Vedevo che gli pareva scortese di lasciarmi così su due piedi, e che, mortificato dalla mia repulsa, non sapeva quale discorso tenermi. Iersera abbiamo fatto musica in casa Treuberg diss'egli. M'inchinai in silenzio. C'era soggiunse anche la signorina Luise. M'inchinai daccapo. Egli attese ancora un poco, mi fece un profondo saluto e se n'andò.

Chiamarono il dottor Topler, e poichè con lui riuscirono solo a litigare in tre, chiamarono poi anche suo fratello e il signor Treuberg, appena sopraggiunti. Così rimasi solo, per un momento, con miss Yves. Ella pallidissima, si diede subito a chiamare la signora Treuberg con la sua voce soave che moriva a due passi. Violet diss'io.

Le signore ora compaiono, ora scompaiono sui dorsi e dentro i seni della costa, si gettano strilli di gioia ad ogni conquista, ci domandano degli sposi. La signora Treuberg gridò a suo marito di andar a vedere se miss Yves si sentisse male. Il signor Treuberg, che s'era fermato a soffiare e a farsi vento col fazzoletto, prese un'aria malinconica e discese.