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Però che piú gloria e loda pare che torni a te a salvare tante creature, che a lassarle obstinate permanere nella durizia loro. A te, Padre etterno, ogni cosa è possibile: poniamo che tu ci creasti senza noi, ma salvare senza noi questo non vuogli fare; ma pregoti che sforzi la volontá loro e dispongali a volere quello che essi non vogliono. Questo t'adimando per la tua infinita misericordia.

E pregoti, dolcissimo amore, che neuno me ne sia tolto delle mani dal dimonio infernale, che ne l'ultimo giongano a te, Padre etterno, fine loro.

O che io vedesse l'uno andare con grande penitenzia e l'altro no: debbo io giudicare che maggiore perfeczione abbi colui che fa penitenzia maggiore, che colui che non la fa? Pregoti che acciò ch'io non sia ingannata dal mio poco vedere, che tu mi dichiari in particulare quello che tu m'hai decto in generale.

Perché non è avvenuto a me un tal caso? CLEMENZIA. Eh! In ogni modo, voi non lasciareste Isabella. FLAMMINIO. Io lasciarei, quasi che non t'ho detto Cristo, per una tale. E pregoti, Clemenzia, che tu mi facci conoscer chi è costei. CLEMENZIA. Son contenta.

Pregoti che tu adempia quello che tu mi fai adimandare. Oimè, misera, dolorosa l'anima mia, cagione d'ogni male! Non indugiare piú a fare misericordia al mondo: conscende e adempie il desiderio de' servi tuoi. Oimè! tu se' colui che gli fai gridare: adunque ode la voce loro. La tua Veritá disse che noi chiamassimo e sarebbeci risposto, bussassimo e sarebbeci aperto, chiedessimo e sarebbeci dato.

Ma pregoti, Triperuno mio, non t'incresca sotto l'ombra di quel platano corcarti, fin che io faccia la prova di alquanti versi con la cetra, da essere in questa sera da me recitati avanti la regina; e veramente assai averò che fare, se li quattro sonetti da lei richiesti aggradirla potranno.

Però lasciamo, pregoti, questo soprabbondevole ragionamento in disparte, ché tu ed io abbiamo in ogni modo strabocchevolmente errato. LIMERNO. Io tolsi lo nome solamente di Pitocco per dire un tratto lo mio concetto. MERLINO. Ed al soggetto, qual è quello, non accascava se non malagevolmente il nome di Pitocco, ed anco dedicarlo a un signore non si doveva.

LIMERNO. Orsú dunque, lasciamo, Merlino caro, le dette tra noi ingiurie, e siamo amighi come prima. Bacchus et Amor, crapula et vanitas, osculatae sunt. MERLINO. Fa' come ti pare. LIMERNO. Ma vorrei da te una grazia sola, caro mio Cocaio, impetrare: non mi la negare, pregoti, se 'l bottazzo non mai ti si parti dal gallone.

pregoti per l'ardor che m'addoglia, ne voli in quella amena e cruda valle ov'è chi sol può darmi e morte e vita; e cantando gli di' che cangi voglia, volgendo a Roma 'l viso, e a lei le spalle, se vuol l'alma trovar col corpo unita. XLV. Allo stesso Ove son quelle luci alte e divine in cui dolce si vive e insieme more? ov'è la bianca man, che lo mio core stringendo punse con acute spine?

Férmati, Apollo, pregoti, nel grado, ch'oggi ascendendo e poggi e selve abbelli, e gli aurei tuoi capelli tempratamente spandi a l'universo; onde amorosi, leggiadretti e snelli ne vengon gli animali tutti al vado non d'Istro, Gange o Pado, ma del suo natural obbietto verso, c'ha l'un de l'altro, quand'è 'l ciel piú terso, verde la terra, il mar tranquillo e piano. Amore.