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Ammazzò con una pedata nel ventre una fanciulla, che aveva amato ieri e che gli si era fatta incontro col sorriso sulle labbra; condannò a morte Pitagora, spudorato liberto, che aveva sposato pubblicamente a Corinto, vestendolo da imperatrice, per profanare, con quella infame parodia, i riti sacri matrimoniali; girò quella sera vestito da Apollo, in lettiga, tra le fiaccole ardenti, non pago dei crucirati delle sue vittime: ne avrebbe preferito l'adulazione.

altro forsi Pitagora, divinissimo matematico, volse intendere per lo trasmigrare d'uno in uno altro animale: il che ancor mi pare che abbia confermato il principe de tutti e' filosofi, Platone dico, il quale di gran lunga avanza e trapassa d'ingegno ogni altro filosofo che mai fusse o sará nel mondo, togliendo dal nuovero quelli solamente li quali alluminati furono da la vera fede, o saranno, per opera del Spirito Santo, il quale per tutte le cose averá scienza.

Ho veduto tra' Mss. della Biblioteca reale di Francia, nel volume segnato 6,069. V. un manoscritto latino del secolo XIV che porta il titolo: Incipit liber philosophorum moralium antiquorum et dicta seu castigationes Sedechie, prout inferius continetur, quas transtulit de greco in latinum magister Johannes de Procida. È una raccolta o compendio delle massime che correano sotto i nomi di Sedecia, Hermes, Omero, Solone, Pitagora, Diogene, Socrate, Platone, Aristotile, Alessandro, Tolomeo, Gregorio, ec., e finisce con un capitolo, intitolato Sapientium dicta. Io la credo piuttosto una compilazione che una traduzione. Il titolo di magister mi accerta della identit

GUGLIELMO. Ma di grazia parliamo a ragione: se non son Guglielmo, chi sono? VIGNAROLO. Se non lo sai tu chi sei, manco lo so io: sei un cavallo, un bue, un asino. GUGLIELMO. Messer , se fussimo nel tempo di Pitagora, direi che quando mi sommersi morii e l'anima mia entrò in un altro corpo e son un altro. Vorrei saper chi sono. VIGNAROLO. Sei un tartufo!

³⁹⁸ Iulian., 315, 4 sg. Giuliano, per cercar delle ragioni di conforto per lui e per Sallustio, si rivolge agli esempi degli antichi, e ricorda Scipione, Catone, Pitagora, Platone, Democrito, che tutti sopportarono con rassegnazione l’assenza degli amici. Poi, con un movimento che è proprio tutto retorico, pone in bocca a Pericle, il quale, partendo per la spedizione di Samo, dovette rinunciare alla compagnia di Anassagora, sebbene, anche lontano, continuasse a governarsi coi suoi consigli, un artifizioso discorso, di cui egli vuole applicare al caso proprio i lunghi ragionamenti. Chiuso lo scolastico discorso, così continua: «Con tali alti pensieri, Pericle, uomo magnanimo, liberamente cresciuto in libera citt

¹ Questa è opinione di Pitagora E la terra! Ogni zolla contiene la cenere del cuore di un eroe. I nostri passi sono su la polvere dei grandi... i passi di noi più meritevoli di andare sepolti sotto la polvere! Solo lo straniero conosce le nostre storie, e pieno di reverenza teme ad ogni orma che muove si sollevi dalla terra una voce che gridi: codardo, perchè calpesti un valoroso? Va pur franco, straniero, chè ogni avanzo di vita sia bene spento sul limitare della morte, questi tramonti conoscano crepuscolo; dai sepolcri esca grido di trapassato, dove non ve lo ponga il valore, o la piet