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A notte avanzata, feci un giro per il palazzo. Sui pianerottoli, davanti alle porte delle camere, nel giardino, per le scale c'erano soldati accovacciati, ravvolti nelle cappe, che dormivano profondamente. Dinanzi alla piccola porta del cortile russava all'aria aperta il fedele Hamed Ben Kasen, disteso sopra una stuoia, colla sciabola al fianco. La luce velata delle lanterne faceva scintillare i musaici dei pavimenti e dei muri che parevano tempestati di perle, e dava a tutto l'edifizio l'apparenza misteriosa e magnifica d'una reggia. Il cielo era tutto stellato, e un vento leggero faceva stormire gli aranci del giardino. Si sentiva distintamente, nel silenzio della notte, il rumore del Fiume delle perle, il gorgoglio delle fontane, il[tn261] tic-tac degli orologi, e di tratto in tratto le voci acute delle sentinelle, che dalle varie porte esterne del palazzo si davano l'all'erta cantando delle preghiere. Che belle ore passai, quella notte, col viso all'inferriata della finestra su cui batteva la luna, pensando alla grande citt

La gran casa del Marescot era tracciata minutissimamente; tutto l'ultimo piano; i pianerottoli, le finestre, lo stambugio del becchino, la buca di père Bru, tutti quei corridori lugubri, in cui si sentiva un souffle de crevaison, quei muri che risonavano come pancie vuote, quelle porte da cui usciva una perpetua musica di legnate e di strilli di mioches morti di fame.

Ella taceva. Seduta colla signora Giovanna sul canapè della stanza coniugale, aveva udito benissimo il tramestio dei becchini nelle scale troppo strette per la cassa, e tutte le porte si aprivano sui pianerottoli, la gente discendeva; poi il tonfo cupo dello sportello, quando la cassa sospinta da cinque o sei mani scivolò dentro il cassettone della carrozza nera, aveva per un istante coperto il vocìo della strada, e poco dopo il cavallo si era allontanato battendo sonoramente i ferri sulle lastre.

Non ora un palazzo, ma una casa abbastanza pulita, col bugigattolo del portinaio, con una scaletta stretta ma chiara e con un certo odor di cuoio su tutti i pianerottoli. Fatti alcuni scalini, don Procolo si voltò verso il compagno e disse: Non si sente odor di risotto.