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Anche il fu Domenico Pasqualigo, patrizio veneto, e raccoglitore di medaglie e monete, nella sua Notizia generale-storica della sedia ducale vacante per la morte di Luigi Sebastiano Mocenigo, ne illustra le Oselle, e non v'ho rinvenuto che alcune trasportazioni dall'uno all'altro anno, che possono essere equivoci presi nel momento di dettarle.

Prima però di entrare nella illustrazione delle Oselle sembrami utile di fare una dichiarazione generale di que' segni che in esse impressi negli eserghi si veggono. Abbiamo dal Conte Carli nella sua opera delle Zecche, che ne' diversi stati d'Italia, allorché i principi si prevalevano del diritto della moneta, davano ad impresa la fabbrica del loro argento da monetarsi. Gl'impresarii, mastri di zecca appellavansi; questi duravano nel ministero uno o due anni, e più o meno a norma delle contrattazioni, e nelle monete le loro iniziali ponevano a guarentigia della buona qualit

Se il Doge Valiero, nelle due Oselle sotto il suo principato coniate, l'Aquila ed il Dragone raffigurar volle per rammemorare l'ostinata guerra della Repubblica contro il Turco, il successore di lui, che fu Giovanni Pesaro, alla suprema dignit

Accontentiamoci dunque del poco che il Morelli ne disse, e ch'io fedelmente trascrivo: [I[Altra moneta rarissima, detta reale, v'ha di Francesco Erizzo, della grandezza di un ducato d'argento, in cui da una parte v'è un lione colle ale stese e con un libro nelle zampe, ed all'intorno SANCTVS . MARCVS . VENET . e sotto REALE. Dall'altra si vede il doge in piedi, e dietro il mare con la prora di una galea ed una fortezza, ed all'intorno si legge FRANC . ERIZZO . DVX . VEN .]I] (Morelli, [I[Libreria di Maffeo Pinelli]I], vol. V. p. 346, [I[App]I].), La rappresentazione di questo secondo lato è invero assai singolare, e meglio ricorda le [I[oselle]I] che non le comuni monete. Lo Zon, riportando questo pezzo sulla fede del Morelli, soggiunge: [I[È noto come l'Erizzo mori nel 1646, quando era in procinto di partire in qualit

Fu a Doge creato a' ventidue di novembre dell'anno 1545, e morì in maggio del 1553, e quindi sette furono le Oselle col di lui nome segnate.

Al Grimani nel maggio dell'anno 1523 Andrea Gritti subentrò, i talenti e le geste famose del quale furono e da Bernardo Navagero in una orazione latina lodate, e da Nicolò Barbarico nella vita di lui, per cura impressa del sopra lodato cavaliere ab. Morelli, pulitamente encomiate. Le Oselle annualmente coniate sotto il suo principato non ricordano alcuna delle sue imprese, offrono nelle loro impronte memoria alcuna de' patrii avvenimenti. Quindici anni e tre mesi rimase questo doge sulla ducale sede, e nelle sedici medaglie da lui alla nobilt

Dai ventuno di luglio dell'anno 1612 fino a' trentuno di gennaio del 1615 scorsero due anni e sei mesi nei quali il Doge Marc'Antonio Memmo sul trono sedette, e perciò il donativo delle sue Oselle a' patrizii a tre solamente limitossi. Tutte tre le dette medaglie lo stesso tipo conservano con la sola variazione degli anni e de' nomi de' massari.

Quell'Alvise Pisani, Cavaliere e Procuratore di san Marco, benemerito per molte legazioni ordinarie ed estraordinarie, che abbiamo veduto qui sopra posto in competenza col defunto doge Ruzzini per la ducale sede, con grande applauso e gioia del popolo vennegli sostituito. Negli anni del suo principato volle che nelle Oselle a' nobili distribuite altro conio non fossevi che, nel diritto, il simbolo del santo Evangelista, cioè il Leone alato, coronato, e col nimbo intorno al capo con la figura rivolta alla diritta, e con la faccia di fronte avente nelle zampe il libro aperto ed il motto: [SC[SANCT. MARCVS. VENETVS.]SC] e al di sotto [SC[Z. F.]SC], cioè il sunnominato Zorzi Foscolo, e l'anno 1735. Nel rovescio poi la sola inscrizione [SC[ALOYSII. PISANI. PRINCIPIS. MVNVS. ANNO. I.]SC], e susseguenti, inscrizione rinchiusa fra due rami di ulivo. Abbenché la politica del Veneziano Senato una seconda neutralit

La serie delle veneziane medaglie distinte col nome di Oselle, non ancora per intiero pubblicata, col cessare dell'antico Veneziano Governo ebbe il suo compimento. di altre medaglie di famigerati uomini ragionare intendo, delle famigliari degli stessi Dogi, le quali tutte ci condurrebbero a troppo lunga diceria. Queste generalmente le particolari circostanze de' cittadini riguardano, o illustri per reggimenti e governi, o celeberrimi per imprese guerresche, o famosi per coltura di lettere, e la serie di esse forse interminabile si riconosce. Le illustrazioni dunque delle Oselle, cioè di quelle medaglie che per decreto del Supremo Maggior Consiglio dai Dogi per ciaschedun anno a' nobili in dono distribuivansi, alla pubblica luce presento, affine di riconoscere a quale avvenimento più ragionevolmente nel corso degli anni l'impronta di cadauna attribuire si debba; e sperar voglio, che non disaggradevole ed inutile impresa questa debba riuscire, che le gloriose geste dei nostri maggiori con verit