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Qui mi giova soffermarmi ad un settimo pezzo che nell'agosto 1850 vidi nelle mani del dottor Koch di Trieste, distinto naturalista e fervoroso raccoglitore di monete veneziane. È un [I[quarto di tallero]I], del tipo comune a' descritti col leone rampante, improntato in argento del titolo medesimo, e di peso relativamente minore, di leggiadro conio e di perfetta conservazione. Reca verso il contorno del rovescio la iscrizione ALOYSII MOCENICO DUCE 1765. Al primo vedere questo curioso cimelio della zecca nostra, mi sorse qualche dubbio sulla genuinit

Quell'Alvise Pisani, Cavaliere e Procuratore di san Marco, benemerito per molte legazioni ordinarie ed estraordinarie, che abbiamo veduto qui sopra posto in competenza col defunto doge Ruzzini per la ducale sede, con grande applauso e gioia del popolo vennegli sostituito. Negli anni del suo principato volle che nelle Oselle a' nobili distribuite altro conio non fossevi che, nel diritto, il simbolo del santo Evangelista, cioè il Leone alato, coronato, e col nimbo intorno al capo con la figura rivolta alla diritta, e con la faccia di fronte avente nelle zampe il libro aperto ed il motto: [SC[SANCT. MARCVS. VENETVS.]SC] e al di sotto [SC[Z. F.]SC], cioè il sunnominato Zorzi Foscolo, e l'anno 1735. Nel rovescio poi la sola inscrizione [SC[ALOYSII. PISANI. PRINCIPIS. MVNVS. ANNO. I.]SC], e susseguenti, inscrizione rinchiusa fra due rami di ulivo. Abbenché la politica del Veneziano Senato una seconda neutralit