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Siccome io vi diceva, la rissa di Roberto e di Catone incominciava a farsi seria quando questa cessò a causa dell'arrivo di un nostro personaggio. Entrò Narciso tutto attillato, profumato e lindo, sebbene il suo abito ed il suo cappello avessero per il lungo esercizio della spazzola perduta ogni ombra di pelo; costui aveva al solito le mani piene di anelli, un gran spillo falso appuntato al cravattone di raso, con una gran catena d'oro falso al collo ed orologio dell'istesso metallo, con guanti di pelle gialla alle mani; ei s'era fatto in mezzo ai combattenti cavallerescamente esclamando: Alto l

Narciso Rossi si rifiutava. Vile! Vile! Gi

Zephyro il dolce tempo rinovella Spargendo ovunque vola mille odori Ride l'ampla campagna ornata e bella De rose gigli, de viole e fiori Mira narciso al rio sua fronte isnella Tacinto vede in grembo i suoi dolori In biancha vesta pur come gi

Narciso!... Adonais!... Gli Dei hanno riversato su di lui tutta la bellezza del mondo! Siccome Nancy non rispondeva, Clarissa si volse a guardarla. Uh! che faccia scura, ~ma chérie~! E sei tutta impallidita! Perchè? A che cosa pensi? Al Libro, disse Nancy. E le parve che il Libro fosse una sua creatura, condannata a morire prima di nascere. Lo scriverai, ~mon ange~! Aldo non ti disturber

I lettori ricorderanno la collana dalla Catraia rubata a Rosina; or bene la Catraia, Volendo farne denaro, l'aveva data a Narciso dicendogli d'averla rubata ad una fanciulla misteriosamente comparsa nella casa della Vascello. Narciso vendè, al solito, la roba rubata a quel galantuomo del signor Basilio.

PADRE GEREMIA DA PISA. Generale dei Minori di San Francesco. Roma, li 6 maggio 1840. Unito a queste lettere era un chirografo che conteneva la confessione più esplicita della Vascello e di Narciso relativa alle vicende dell'Angiolina, che gi

Se sia ancora viva, non si sa. Certo è che viveva ancora venti anni sono, e che la vide nel suo romitaggio il signor Narciso Cotte, impiegato al consolato di Francia a Tangeri, che ne ha raccontata la storia.

Sono due buoni figliuoli, Minerva in ispecie. E chi è Minerva? La piccina. Non lo sapete voi dunque? non glie l'avete domandato? Ma che dico! essa non avrebbe potuto rispondervi è sordo-muta. Sordo-muta! La è nata così. E seguitava a contarmi come quei bimbi fossero figliuoli dell'oste suo padrone, e come l'oste suo padrone fosse un uomo che amasse molto i vini, e si chiamasse Narciso.

E forse in modo che, qualche volta, se tu fossi appunto come ti tieni, faresti vergogna a Narciso; e per te morria, ogni giorno, un migliaio di donne; e si farebbe forse, ai lor prieghi, che fossi dannato a vita nel torrone. TIMARO. Cianciatore! Di' pur, ch'è l'arte tua. Ecco Crisaulo che torna anch'egli a casa. PILASTRINO. Ci ha veduti. Andiam da lui, ché aspetta. CRISAULO. Ben venuto.

La direzione del partito, forte a parole e vile a fatti, aveva anzi deciso che non dovevano venir lanciate, che il loro getto avrebbe danneggiato la causa piuttosto di favorirla. Voleva dire a Narciso Rossi: Ti tengo legato alla tua promessa, ma oggi non è ancora venuto il giorno opportuno. È meglio attendere alquanto e fare i preparativi con maggior calma.