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Aggiornato: 4 giugno 2025
Splendevano altresì, in quest'intervallo, due grandi guglie e due colonne, quelle con insolito chiarore poco fuori della Porta al Prato, queste al bivio delle due strade dalla Porta al Prato e dall'altra detta la Porticciuola; e la illuminazione continuava pel ponte del Fosso Bandito, la Ghiacciaia, il Fonte di Narciso, ecc.
Ma che ne avrebbe detto Narciso Rossi? Lo avrebbe giudicato egualmente vile; oppure avrebbe pensato che non si poteva fare senza di lui; che egli, Narciso, era indispensabile? Avrebbe potuto rimproverargli la sua colpa? No.
Narciso si fece a bere un altro bicchiere d'acquavite e poi, prendendo pel mento la donna: Mamma Vascello, non senti tu che scroscio? uh!... In questo tempo si udì il cupo rimbombo di un folgore, che fece tremar l'invetriata e col lampo ceruleo abbarbagliò la vista. Misericordia! urlò Vascello. È inverno, pare impossibile: quale oragano!
Ammazzano Angiolina, replicò Narciso; quella maschera.... E si precipitò verso la stanza da cui partivano i singulti, impugnando una pistola. Qui non si distrugge la nostra mercanzia, gridò Vascello, e brandito uno stiletto, mosse ella pure verso la stanza di Angiolina. Non affezione, ma interesse muoveva quei due a soccorrere la infelice.
È certo un Inglese, riprese Narciso, non lo interrogate; è avaro della parola, o forse non intende la lingua nostra, ma noi intendiamo i suoi zecchini, due per voi e uno per me. Will you drink? disse la Vascello in cattivo inglese. La maschera non rispose, ma rizzatisi si accostò ad un caminetto, ove ardevano buone legna e seco trasse la infelice Angiolina.
Un altro scoppio di folgore coprì la parola a Vascello, che mitigò lo spavento con una tirata d'acquavite. Penso alla piccina, disse Narciso. Mi fai paura, riprese Vascello; dal momento in cui è venuta quella maschera, il temporale è rinforzato: sar
Era la vigilia del Natale. Di grasso! gridò indispettito, offeso, sdegnato che si osasse anche sol sospettare che egli poteva fare il magro nella vigilia del Natale. Coprì d'improperi il cameriere, che gli portò la cena. Cenò e bevette qualche gotto di vino. Durante la cena gli ritornarono alla memoria le parole di Narciso Rossi, che gli sembravano così paradossali.
Narciso Rossi era spacciato. Non gli rimaneva che il suicidio. Sogghignò a questo pensiero. Consultò l'orologio. Erano le nove e mezzo. Doveva spicciarsi se voleva arrivare nella cattedrale a tempo. Aprì l'armadio, levò la bomba sua, l'accarezzò, la baciò e la celò sul petto, sopra il cuore. Indossò il mantello di uscita, tirò alto il collare, cacciò la beretta fin sugli occhi e uscì di stanza.
Io che sto dietro a questo muro ripetè, senza dargli retta, il geranio io non ho avuto uno sguardo del vostro Narciso, nè uno spruzzo d'acqua per cavarmi la sete. M'avesse detto: crepa! Gi
Non pensò, che qualche minuto prima aveva deciso di non gettare la bomba; di rinunziare, per il momento, a quell'atto di vendetta sociale; di dire a Narciso, che avrebbe atteso tempi migliori. Non sentì che rabbia e sdegno per l'antico amico ed un'avversione grande contro di lui... Che aveva da fare? Rimanere fedele alla decisione presa poc'anzi e procrastinare il getto delle bombe?
Parola Del Giorno
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