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Non debba fare cosí; ma debba passare virilmente per lo ponte della doctrina di Cristo crocifixo, e ine ricevere in quel modo, in quello luogo e in quel tempo che piace a la mia bontá di dare. E se Io non do, anco quel non dare Io el fo per amore e non per odio, perché essa mi cerchi in veritá e non m'ami solamente per lo dilecto, ma riceva con umilitá piú la caritá mia che il dilecto che truova.

Io mi gettava allora a' piedi suoi Con dolcezza ineffabile, e piangeva, E sclamava: «Signor, fa ciò che vuoi »Di questo figlio della debol Eva!» »Sordo vissi, pur troppo, a' cenni tuoi, »Ma tua incorante voce or mi solleva: »Nulla sperar dovrei, ma poichè m'ami, »Un don ti chieggo ancor ch'io ti rïami

quando sarai di la` da le larghe onde, di` a Giovanna mia che per me chiami la` dove a li 'nnocenti si risponde. Non credo che la sua madre piu` m'ami, poscia che trasmuto` le bianche bende, le quai convien che, misera!, ancor brami. Per lei assai di lieve si comprende quanto in femmina foco d'amor dura, se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.

Io non trovo qui sulla terra, fra quei che hanno concetto di fede e costanza di sacrificio, creatura che ti somigli. M'ami tu sempre come, vivendo della vita terrestre m'amavi?

Ugo, sono qui avvinghiata a te! Nessuno può rompere questo nodo fatale! Nessuno? E chi ti dicesse chi io sono? Nessuno! E nessuno lo può dire perchè tu sei Ugo! Io devo dirlo. Sono vinto e vituperato. T'amo! Scomunicato e fuggente. T'amo, e sono tutta tua! Perchè m'ami? Che t'ho fatto per condannarmi così? Ed io che t'ho fatto? Ricordati Guidinga. È così disperato l'amore! Chi ci resiste?

Ma la costanza del mio amore, l'ostinazione dell'anima e la puritá della mia fede, con la quale sommamente l'osservo e riverisco, parmi che suppliscano all'oltraggio della fortuna, e me ne rendono degna. Ma io dubito che m'ami da scherzo e mi burli da dovero, poiché in tanto tempo che ci amiamo, non ha trovato modo di liberarmi da un vil ruffiano, da un abisso di oscuritá dove sepelita mi trovo.

|Sacontala|. Il re sia sempre... . E non può profferire la parola «vittorioso» e in un subito pianto. |Dushmanta|. Dimenticati, o cara, della mia crudele ripulsa. Mettila in bando dalla memoria. Fu una frenesia violenta che mi vinse l'anima. |Sacontala|. Sorgi, o sposo; deh! sorgi. La felicitá mia fu interrotta gran tempo. Ma tu m'ami; ed ecco in me l'affanno dar luogo alla gioia.

La tua tenera bocca m'incatena tutta... Lascia ch'io sciolga il mio velo e meglio potrai carezzare, come tu voglia, la mia carne che è tua!... Nulla aspetto da Dio, dalle Stelle, poichè tu m'ami!... Ti sento... ti bacio, e le mie labbra s'addormono sognando fra le tue labbra, e mi restano per sempre nelle vene i tuoi baci... La mia voce.

Ma tu m'ami, dunque, tu m'ami? chiese l'ammalata, balzata in quel momento in una calda e rapida transazione del suo amore, che le faceva ancora scusare, perdonare, scordar tutto, che la consegnava cieca, sorda, smemorata, in braccio ad una più potente, ad una più salda illusione. Egli la copriva di baci. Oh! se l'amava! Se aveva sofferto.... Oh la sua Milla! la sua Milla adorata!

Al solo vedere una strenna le tornavano a memoria i versi che ella aveva imparati più volentieri di tutti gli altri, che l'avevano fatta piangere di tenerezza, quando aveva diciotto anni. Oh! fanciulla, qual mesto contento Mi discenda nell'alma non sai. Se dischiudi l'angelico accento, Se mi fissi o mi stringi la man... Ah! se m'ami tu pur sentirai Quel che sento d'esprimerti invan!