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Questo è il caso nostro; eccoti la sorte serbata a noi, boni homines, uomini liberi, sotto la signoria dei nobili discendenti di Aleramo. Non entro in tutte le miserie, a gran pezza più gravi, dei servi della gleba a delle mani morte, taglieggiabili a misericordia, cioè, a dire, fin dove piace ai nostri magnifici signori di aggravare il summum jus del loro talento.

«Questo è quello che non so neppure io. Pover'uomo! E mi ricordo, che mi voleva bene, ma bene assai; gli dicevano tutti che io era il ritratto vivente di madonna Ermellina, ed egli aveva coralmente amato madonna mia madre. Fecemi apprendere gramatica, ed il maestro, che ne traeva grosso salario, gli andava susurrando alle orecchie: il bello ingegno di quel vostro garzone, messere! E' mi pare di vederlo Giudice della ragione civile, e chi sa? anche Governatore, e, se la fortuna lo porta, forse Gran Giustiziere, o Protonotario della corona. Il buon uomo, pieno di questi pensieri, datimi libri, danari e palafreno, con molte lagrime, e raccomandazioni di farmi valoroso in jure, mi accomodò con certo mercadante suo amico, che partiva per Bologna, e mi mandò allo studio. Di a due mesi, venduti libri e palafreno, mi tornai a casa in farsetto; composi una mia novella; messere la credè, e aspettava il nuovo anno per rimandarmi a Bologna. Intanto io, se non aveva imparato lo jus, aveva imparato tra gli scolari tutti i vizii, che furono, sono, e potranno essere, e più. Aveva bisogno di danari, e questi mi forniva assai sottilmente mio padre, perchè con la vecchiezza suole venire l'avarizia: mi cadde in mente di rubarglieli; osservai dove tenesse il forziere; mi accorsi che stava riposto in una cameretta in capo della scala; mi provvidi di arnesi, ed una bella notte mi apprestai all'opera; apersi agevolmente l'uscio, e la cassa; tutto era andato a dovere, e gi

Tutti i Vicerè fecero a gara nell’attingere alla cassa civica accampando diritti di regalie o di compensi, o diritti trasformati; e gli Atti del Comune rivelano come la tanto vantata correttezza del Marchese di Villamajna non avesse trattenuto il Vicerè Caracciolo dall’imporre al Senato il pagamento di settant’onze per franchigia di cinquanta botti di vino e di trenta quintali d’orzo, per rifarsi del danno che a lui proveniva dal nuovo dazio imposto dal Comune in surrogazione del jus proibitivo dei fornai¹⁵¹. E quando questo Catone in ritardo, deposto l’occhialino col quale stava perpetuamente a guardare chi passasse e che cosa si facesse nel piano del Palazzo, recavasi a Napoli, ritornando portava in tasca un regio dispaccio che imponeva al Senato il pagamento delle franchigie spettantigli nei mesi d’assenza¹⁵².

Si parla infatti della moglie d’un pezzo grosso del Senato, la quale avrebbe tratto profitto dalla posizione del marito, oscurando, con doni che riceveva in compenso di favori, la fama del casato²²⁵. Si parla d’altri pezzi egualmente grossi del medesimo Senato che avrebbero preso «denari e sborsi di buoni capitali dai loro subalterni eliggendoli uffiziali, che era poi in sostanza lo stesso di vendersi il jus furandi perchè si soddisfacessero dell’impieghi che vi avevano fatti perchè vi campassero sopra».

Vi pare ella cosa naturale, che un uomo spontaneo giuri il suo danno e la sua morte?... Ma avreste evitato lo esperimento, osservò il Notaro. E che importa a voi s'egli intende provarlo? interruppe il Vicario con viso acerbo. Egli è nel suo diritto, e nessuno può toglierglielo. Sposito, voi volete esercitare lo jus che vi viene dalla legge, ed io vi lodo. Mastro Giacinto, tocca a voi...

, certo, così va detto. Pater est quem justae nuptiae demonstrant; tale almeno dichiara lo jus civile, che fu fabbricato proprio qui in Roma; e il pretore mi condannerebbe a far loro le spese. Padre sono, ma per presunzione di diritto: padre sono, ma buono per darsi alle bestie. Gran danno che non costumino più gli spettacoli dello anfiteatro Flavio! Non importa; in ogni luogo occorrono travi, alberi, e pozzi, e fiumi. La sua voce si animava, e al pallore mortale sopra le sue guance subentrava un vermiglio febbrile, e proseguiva: Potrei vendicarmi! Ma quando la vendetta ebbe mai virtù di ridonare la perduta felicit