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Tutti i borghi all'intorno, per la massima parte più antichi di Roma, appartenendo all'epoca di Saturno sorgono su colline rocciose, neri e cupi d'aspetto, rimasti da secoli e secoli quali erano un tempo. I conti e i feudatarii del medio evo vi avevano fabbricato in ognuno il loro castello che sorge tuttora, abbandonato e deserto, dimora dei soli gufi. Il colono vi coltiva anche oggi, soggetto ad un principe romano o ad un convento, la vite, l'olivo, il granturco e la sua condizione, per quanto non sia più servo della gleba, non è in fondo affatto mutata. Per il Lazio, regione saluberrima, non vale la ragione dello spopolamento dei dintorni di Roma, l'influenza cioè della malaria. Fa impressione percorrere una contrada che da lungi appare come un paradiso e poi non è che un deserto pittoresco, coltivato solo qua e l

Come i gufi, tutto l'anno, schivando perfino la compagnia nostra, di me e di mia moglie. Cospetto!... A proposito; e la vostra famiglia? Non ve ne ho manco ancora domandato. Come va? Il pover'uomo trasse un sospiro. Mia moglie sta bene, povera vecchia!... Grazie! E vostro figlio?

Accanto ai giocondi e buoni popolani, rari in Roma, ove la contaminazione è quasi generale, erano pure gufi d'ogni colore, ma non era difficile di distinguerli al lezzo ed al ceffo di volpe o di cocodrillo. E fu grave colpa del governo della Republica di non avere sbarazzato la capitale da tanta canaglia, e di non averla almeno inviata agli scoli delle Paludi Pontine.

LISTAGIRO. Io son forzato, poi che ti veggio esser cosí magnanimo. Mi vo' fidar di te. Le bolge e i libri ch'oggi ti lasciai in man...? PILASTRINO. Son ben qui presso. LISTAGIRO. Ordina, adunque, come t'ho insegnato, ogni cosa ivi in terra. Truova i cuori di colombi e di gufi; e ben rassetta tutti quegli instrumenti e quei sacchetti e libri; e fa' da te quella orazione.

Era una torma di gufi e d'upupe che, svolando rasenti la carrozza, ferivan l'aria con un rombazzo fischiante, mentre su in alto un nugolo più fitto d'un'altra generazione di volucri la fendevan in quella medesima linea tenuta dalla torma più bassa; e subito un gracchiare aspro, tumultuoso, avvisava ch'eran corvi calanti alla pianura, e parevan quasi volessero rispondere ai singulti intermittenti dell'altro stuolo che viaggiava più basso.

Per oggi non maledice al proprio destino, perchè spera girando il mondo in direzione speciale, di rivedere l'oggetto del suo grande amore, fosse anche per un battere di polso. La salute di Alfredo, ad onta delle cento ed una peripezie, è ancora sempre forte. Egli cammina, cammina, divora la via, ma se, per caso, e per fortuna di rado, incontra viandante sospetto, o gendarmi, gli batte con maggior violenza il cuore, conoscendo bene la sua iettatura. Fin'ora, però, grazie al Cielo, nessun incidente spiacevole. Tutto è silenzio, interrotto quando quando, dal funereo lamento dei Gufi. Quel triste canto ai superstiziosi non è di buon augurio, ma ad Alfredo piace tanto come gli piace il Venerdì ed il numero tredici. Fra le roccie delle alte montagne alberga più facilmente l'upupa e la civetta, i paggi di madama la Morte, le donne hanno paura, ma Alfredo desidera quella tetra musica, perchè si accompagna meglio alla sua bella mestizia. Lord intanto, ad onta della notte, provvede agli urgenti bisogni del suo immenso ventricolo, dissotterra e mangia topi di qualsiasi dimensione..... Un bravo cane! La suscettibilit

E qui il buon Petronio, dopo essersi ben bene impinzato il naso di rapè, ed avere sgombrata la testa con una scarica continuata di starnuti, si abbandonò al corso delle sue consuete meditazioni. Brutta vita! ripeteva fra . Sempre in mezzo alle miserie, sempre chiusi in questa spelonca come tanti gufi! E poi non potere neanche dormire alla notte. Almeno i carcerati riposano a loro bell'agio!