United States or Peru ? Vote for the TOP Country of the Week !


Una sera, al tramonto, Violet e io eravamo seduti sotto il tiglio di Geisenheim, mentre la signora Steele faceva una visita nella villa Monrepos. Ricordo il gran tiglio, vecchio di quattro secoli, la vicina chiesa con le sue torri medioevali, le villette posate tra i fiori, tra il cicaleccio degli zampilli e degli uccelli, la dolcezza della luce e dell'ora, un odor di glicine in fiore.

Una bella glicine s'arrampicava sulla facciata e passando sotto i balconi del primo piano profumava l'appartamento col soave odore esalato da' suoi grappoli violetti. I peri del Giappone erano coperti di fiori rossi, le spiree e i citisi di fiori bianchi e gialli. Gli anemoni, i mughetti, le primule schiudevano i loro bottoncini ai tepori primaverili.

E l'infelice, col capo nelle mani, lo precedette, ed uscì dalla porticina tutta inghirlandata di glicine e di verbene. Mi decidevo a seguire la miserevole coppia, pronto a mettermi in mezzo se le percosse dell'aguzzino si fossero ripetute, quando un improvviso trambusto nel presbiterio mi fece tornare sui miei passi.

Ricordo la terrazza ove scorrevano le nostre belle sere, sotto l'azzurro, entro l'azzurro odoroso delle glicine, tra il gonfiarsi e lo sbattere dei panni multicolori distesi sulle corde e che sembravano vivere a un tratto la vita ardente e gioiosa delle vele sul mare!... Gonfi di vento, i panni multicolori volevano forse rapire a volo la terrazza e invitarmi a fuggire vagando via pel rosato cielo della sera!

«Stupido! mormorò a l'aria scura che la glicine in fiore profumava. Le parve davvero di vederselo dinnanzi in atteggiamento buffo da innamorato, di sentire le sue esagerate espressioni; e ripetè: Stupido!

Hallvachs e Kühne hanno invece osservato che, somministrando ad animali dell'acido benzoico per lo stomaco ed estirpando il fegato, s'elimina acido benzoico e non acido ippurico: ciò fa ad essi pensare che l'acido ippurico si formi nel fegato. Acidi amidici. Amine acide o glicine.

Su le fugaci gioie Che il disinganno infrange, La notte le sue lagrime Piange. Ella mi disse: «Tu non ridi mai; Imprecan sempre i versi tuoi mordaci. Tu il cantico non sai Ove il gaudio folleggia e vibra al sole La musica dei baci. Tu non conosci la canzon febèa Che ignuda erompe dal pagano ammanto Come un’antica dea, E in alto vola, nuvole spargendo Di glicine e d’acanto

No? non c'entra la signora Ottavia? davvero davvero?... Vediamo, dunque, ecco la destra, bel cavaliere, il giro di polca è concesso; ma non qui... no, no; laggiù sotto la rotonda, in giardino! e la fanciulla si avviò di corsa, e Alessandro dietro, lungo i viali dei carpini, interrotto nel mezzo da un pergolato di glicine, eretto sopra la statua di una Cerere di marmo bianco.

Era stato forse un giardino, in origine: ora poco vi restava che lo attestasse: qualche alberello dal tronco sbiancato, il segno d'un viale, uno dei muri ancora rigato, verso la cresta, di cannucce in fila, che il giardiniere vi aveva inchiodato per favorire ascensioni di glicine o di campanule. Addossati a quel muro due freddi sedili di marmo pareva che aspettassero qualcuno: altri ve n'erano qua e l