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Di fiere piú brave ho giá domato. GIRIFALCO. E perché son dannato? Ve' ladroncel! Non so che mi ritiene che non ti lasci un pugno, che tu veda le stelle a mezzo .

E pur è con effetto: e in modo tal che superba e grande forse non fu mai Troia, Atene o Roma. Qui sta Crisaulo nobile; e qui Lúcia; qua Girifalco; e di Pilastrino. Eccol che viene in qua. Se sta in cervello, potrete intender da lui meglio il tutto. Siate sempre felici. PILASTRINO parasito. Buona vita, insieme con la pace di Marcone, caso che vi fermiate con silenzio.

Gli è bene un buon boccon, se la è congiunta con la mostarda; ma vuole esser porco di pochi mesi. Oh! Parti che 'l vecchione ragioni anch'egli de bene vivendo? Piace anche a me. GIRIFALCO. Deh! taci ivi, ti prego, o parla piano; ch'oggi ho poca voglia di cianciar teco. PILASTRINO. Tu sei pur lunatico, Girifalco: perdonimmi i tuoi anni. Deh guarda che natura!

Poi, istasera, dipoi cena, potrem mettervi mano e far qualcosa buona. E, perché veda ora qualcosa, mostrali la mano. Guarda, maestro Abraham. LISTAGIRO. Per contentarvi. GIRIFALCO. Ecco. Guarda, maestro, se a' tuoi giorni vedesti man bella e dilicata, colorita e ben fatta. LISTAGIRO. Bella, bella, se Dio mi guardi. Tu non debbi molto curarla con saponi ed acqua fresca, per ordinario.

Tornerai da me stasera, ché compreremo una libbra di lonza per fare arrosto; e poi, con quel guazzetto che fa l'Orgilla, vo' che noi sguazziamo. E mena l'indiano. PILASTRINO. Hai ben pensato. E che ci arem da cena? GIRIFALCO. Non t'ho detto? PILASTRINO. Non t'ho inteso. GIRIFALCO. Una libbra di buon porco. PILASTRINO. A incominciare. E poi infra pasto? GIRIFALCO. Quello non basterá?

GIRIFALCO vecchio, PILASTRINO parasito, ORGILLA fante. GIRIFALCO. Va' sempre stenta! Caca gli occhi e 'l sangue in gioventú per non esser mendico quand'altri è vecchio! Or vedi come, al fine, tutto è niente; ché qui mai non puote l'anima aver riposo in fin che dura con la carne congiunta. PILASTRINO. Oh bel dettato!

Quel corre alquanto, ed indi i piedi ponta, e sale inverso il ciel, via più leggiero che 'l girifalco, a cui lieva il capello il mastro a tempo, e fa veder l'augello.

Pilastrino e Listagiro vengono, avanti ora di cena, da Girifalco, temendo che, per la troppa roba comprata, il vecchio fosse sdegnato; e, trovandolo meglio disposto, Listagiro li guarda la mano; e partensi con ordine di tornare a ora di cena. PILASTRINO, GIRIFALCO, LISTAGIRO parasito. PILASTRINO. Buona sera, messere. GIRIFALCO. Oh! Siate i ben venuti, i miei figliuoli!

PILASTRINO. Non guardar giá a quello; ché è ben persona, questo gentiluomo, da farti il tuo dovere. GIRIFALCO. Io t'imprometto, se fai ch'io l'abbia in letto, di vestirti tutto da capo a piè, senza mille altre cose ch'io ti darò.

Oh guarda volto da far morir le donne di martello! Che sia impalato! GIRIFALCO. A chi dici «impalato»? PILASTRINO. Ho detto che mi tira omai 'l palato; e tu mi pasci qui pur di parole. Saresti appunto buon, per la cappella che si fa al Baracane, per un santo in su l'altare o per un di quei voti con le man giunte; ché non mangi o béi ma vivi d'aere. GIRIFALCO. Lascia: berem poi.