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Ormai tutti sapevano la sua fissazione, e gli ridevano in viso. Ma una mattina, che è che non è, ecco il cavaliere, vispo e gaio, che va in piazza a far la spesa, senza più badare a niente. Una catasta di roba! Erbaggi, frutta, pesce, carne, salami, pasta, burro, conserva, mostarda: una catasta! E un barile di vino rosso, di quello! Era ammattito all'incontrario?

Si combinò una lettera collettiva, firmata da tutti e quattro, nella quale si accettava ringraziando: e si combinò che ciascuno porterebbe qualche cosa, chi il vasetto della mostarda, chi il rosolio, chi un mazzo di fiori.... Io gli porterò il panettone disse il Chiodini: e si lasciarono.

Il prete teneva in mano il suo vasetto di mostarda, non troppo grande, per non far torto all'ospite: e il Cavaliere aveva un pulcinella coi campanelli. Giunti sulla soglia di una porta di assai modesta apparenza, dettero un'occhiata al numero. È qui ed entrarono.

Gli è bene un buon boccon, se la è congiunta con la mostarda; ma vuole esser porco di pochi mesi. Oh! Parti che 'l vecchione ragioni anch'egli de bene vivendo? Piace anche a me. GIRIFALCO. Deh! taci ivi, ti prego, o parla piano; ch'oggi ho poca voglia di cianciar teco. PILASTRINO. Tu sei pur lunatico, Girifalco: perdonimmi i tuoi anni. Deh guarda che natura!

Zitto soggiunse l'avvocato è l'ombra dello zio. Va a vedere, Immacolata. Che sia la sora Letizia? pensò in cuor suo il prete. In paradiso non si mangia di questa mostarda.... Immacolata aveva paura ed esitava a pigliare il lume. Una seconda scampanellata non meno furiosa della prima persuase Carlinetto a levarsi da tavola. Uscì e andò ad aprire.

Don Procolo credette nella sua malinconia di veder il presepio in lontananza. Bebi era il bambino, l'Erminia la Madonna, gli altri i Re Magi e Carlinetto San Giuseppe. E lui don Procolo, lui era l'asino, a cui è stato imposto di soffiare sui figli degli altri. Se il salotto di Carlinetto era caldo e rischiarato, non bisognava dimenticare che la neve cadeva sui tetti, sulle strade, sulle campagne, a seppellire i casolari dei poveri, che non sanno come ripararsi. Perchè non mandava, almeno lui prete, un pensiero d'amore ai bisognosi, ai mendicanti, ai malati, agli orfanelli pei quali non v'è pane panettone? perchè non usciva anche lui, sacerdote e padre dell'amore e della misericordia, a bussare a tutti gli usci dei poverelli e a portare un cesto di pane a chi non ha nemmeno la mostarda per accompagnarlo? Ma la gola tira l'egoismo e tutti e due insieme fanno l'asino del presepio cocciuto contro il bene. Una soave carit

Nullameno, agli esami semestrali Giudaino ottenne il primo premio, con molto scandalo e molta indignazione dei condiscepoli più studiosi. Più tardi si venne a sapere che il maestro si era lasciato sedurre da parecchi vasi di mostarda a lui regalati dall'allievo. È inutile avvertire che Giudaino aveva rubati quei vasi nella bottega di sua madre.

Carlinetto condusse l'avvocato a contemplare la Madonna della seggiola. Anche don Procolo, dopo aver scaldata un poco la schiena al fuoco, dolcemente ispirato dal profumo del caffè, cominciò una predica dolce come la mostarda sulla santit

Ti ho portato un vasetto di mostarda. È dolce? Di miele... Alle signore piace il miele. È dolce come il mio cuore... soggiunse ridendo don Procolo, che cominciava a sgranchire l'appetito nel tepore della sala e nel buon odore che veniva dalla cucina. Mia moglie vi prega di perdonarle, se per il momento c'è Bebi che ha bisogno di lei. Chi è questo Bebi? Il grande, il terribile Bebi.