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Pare impossibile che con un po' di prudenza non si debbano evitare simili disgrazie. Ci sono pericoli tanto in terra quanto in mare. A pensarci su troppo non ci si muoverebbe mai di casa. Eh, anche in casa i guai ci capiterebbero addosso quando meno ce li aspettassimo. Una buona dose di fatalismo è indispensabile nella vita.

Inclinato al fatalismo, e' si fermò poco su questa considerazione. Ma dessa ritornava e ritornava poi inesorabile, ed accampava nel suo spirito con altrettanta e maggior persistenza che l'et

E punto di partenza di questo grande moto fu la coscienza creata nelle masse della loro situazione di servaggio economico; sentir questa profondamente e dolorosamente non più come individui presi nell'ingranaggio di un insuperabile fatalismo sociale, ma come classe, capace di insorgere, di ribellarsi, era gi

Egli non considera, come Sully Prudhomme, tutte le facce del problema filosofico: si restringe alla quistione morale. Sully Prudhomme ha prima negato che l'uomo abbia diritto di giudicare intorno alla natura e alla vita: cominciando col determinismo, cioè con l'ammettere che tutto è disposto nell'universo secondo una legge rigorosa, ha finito col fatalismo, cioè con l'adagiarsi in una rassegnazione passiva, in una rinunzia totale. Ma il giorno che ha considerato il problema morale, quando il dolore suo e l'altrui lo hanno turbato, quando ha sentito il bisogno di una legge di giustizia, l'ha trovata soltanto nel cuore dell'uomo, cioè ha affermato che solo l'uomo giudica, che egli solo ha il diritto di giudicare. Il Maeterlinck invece nega questo diritto. «Noi abbiamo un bel ragionare: tutta la nostra ragione non sar

L'idea fatalistica s'impadroniva di lui: riandando le crisi terribili della guerra scellerata, che aveva dato alle consuetudini sociali, egli aveva bisogno di quel fatalismo per ispiegare in faccia alla conscienza morale la sua condotta; egli era di quelli nati per trionfare, per soggiogare, per abbattere, come gli animali da preda, felis homo, e aveva egregiamente rappresentato la sua parte tirannica nella comedia della vita. "Sono onesto io?" si domandò egli improvvisamente, turbato da un dubbio inconcreto e affatto teorico. Egli poteva farsi sinceramente questa domanda, perché il male l'aveva fatto dopo essersi convinto che il Male non esisteva. "Che cos'è infine l'onest

Si proponeva di andare il seguente a restituire la somma ricevuta e di tagliar corto al contratto. Tanto meglio se gl'insetti lo divorassero. Che la polizia lo cacciasse pur via: egli troverebbe sempre una fogna ove lasciare il suo carcame maledetto. Che bisogno aveva egli di tanto danaro? Pagarsi una diocesi per benedire ed edificare il popolo? Egli detestava il genere umano. Si era sprofondato nel brago: bisognava perirvi. Queste considerazioni, ed altre ancora, lo avevano assalito ed avevano attristato il suo vagabondar della giornata. Egli viveva come chiuso nella camera nera del suo pensiero, e, cosa da considerare, e' cominciava a compiacersi in quel fatalismo dell'annientamento! L'istoria del cattolicismo somministra di questi esempi d'inebbriamento e di volutt

Non a questo fatalismo inerte si rassegnavano i conscienti palpiti popolari, ed appena il Garibaldi ebbe pronunziato di nuovo il grido: Andiamo a Roma! la gioventù italiana rispose balda e fidente: Siamo con voi!

Ecco perchè la filosofia del poeta non consiste, come potrebbe parere, nella semplice rassegnazione, in una specie di fatalismo. Non che rassegnarsi al destino, il saggio, secondo lui, lo governa e lo domina. «Vi sono rapporti incessanti fra l'istinto e il destino; ma quando noi sappiamo diminuire dentro di noi la forza cieca dell'istinto, diminuiamo nello stesso tempo intorno a noi la forza del destino. Se pure il destino ci colma di sciagure immeritate e incredibili, se pure ci obbliga a fare ciò che non avremmo mai fatto, dopo che la sciagura è accaduta, dopo che l'atto è stato compito, dipende da noi che resti senza influenza su ciò che accadr

Oggi e da tre secoli in poi non esiste principio comune quindi norma determinata alle relazioni internazionali. Vivo e fecondo il concetto Cristiano, una influenza direttrice morale si manifestava tratto tratto modificando, per quanto era allora possibile, in un senso uniforme, gli eventi creati dalle circostanze e dalle passioni. La predicazione che aveva lentamente tramutato le tremende invasioni degli uomini del nord in Italia e altrove in colonizzazioni territoriali e aveva più dopo, promovendo a un tempo l'emancipazione dei servi di gleba, gettato colle Crociate in nome dell'Europa un guanto di sfida al fatalismo d'Oriente, proferiva di tempo in tempo, coi Concilî e colle epistole pontificie, parole di pace, d'unit

"Ne sia ringraziato il Santo Crocifisso! (disse Orsola non istraniera in tutto al fatalismo adottato dal marito, ma la cui molta sensibilit