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<<S'ei posson dentro da quelle faville parlar>>, diss'io, <<maestro, assai ten priego e ripriego, che 'l priego vaglia mille, che non mi facci de l'attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver' lei mi piego!>>. Ed elli a me: <<La tua preghiera e` degna di molta loda, e io pero` l'accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

Io lei rimiro ed essa Sui piè diritta e rigida Guarda il borghese ignoto che la guarda E non sappiam che dire. Qual scienza mai d'una barbara capra Intese i biascicati sillogismi? Del mio scarso viatico Porgo alla bestia un morsellin di pane, Che lieta il muso sporge E mangia e ancor ne chiede: io la cornuta Testa carezzo, chè gi

72 un giovinetto che col dolce canto, concorde al suon de la cornuta cetra, d'intenerire un cor si dava vanto, ancor che fosse più duro che pietra. Felice lui, se contentar di tanto onor sapeasi, e scudo, arco e faretra aver in odio, e scimitarra e lancia, che lo fecer morir giovine in Francia!

ALBUMAZAR. ... e passa dal tropico estivale all'iemale.... CRICCA. È stropicciato e lo stivale li fa male! ALBUMAZAR. ... E giá la luna scema se ne va alla volta di Capricorno. CRICCA. Guardatevi, padrone, tôr cotal moglie! quando la luna scema è cornuta e va al capricorno, vi minacciano corna: sarete un cornucopia.

«S’ei posson dentro da quelle faville parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che ’l priego vaglia mille, che non mi facci de l’attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver’ lei mi piego!». Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l’accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

Libero il cuore e con l'acuta mente, in cospetto delli astri almi ed arcani e del mar che si lagna dolcemente, stanno ad udire i detti sovrumani: «Al calice attingeste e rettamente «avete abbandonato i desii vani «cornuta la tiara del veggente «v'onora la cesarie ed il dimani.

»Feci uno sforzo per respingerlo... per levarmi in piedi ma in quel punto un suono fatale... giunse al mio orecchio... mi turbò i sensi... mi paralizzò le forze... ed io rimasi soggiogata dal fascino melodioso... Mio marito, da una finestra del casino, salutava il sorgere della luna cornuta, intuonando sul flauto l'aria del meco tu vieni

Ei per deserte piagge da furor trasportato, solo e vago, errava, intorno pur con gli occhi fissi ne la cornuta diva. E 'n quello stato disse de l'amor suo cose nove, che ne suonano ancor le selve e gli antri. MOPSO. Dove, dicea, mi scorge or la tua luce, candida luna, per solinghe strade? Tirar mi sento ove per gli erti gioghi rara di piede umano orma si scorge.

<<S'ei posson dentro da quelle faville parlar>>, diss'io, <<maestro, assai ten priego e ripriego, che 'l priego vaglia mille, che non mi facci de l'attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver' lei mi piego!>>. Ed elli a me: <<La tua preghiera e` degna di molta loda, e io pero` l'accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.

«S’ei posson dentro da quelle faville parlar», diss’ io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che ’l priego vaglia mille, che non mi facci de l’attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver’ lei mi piego!». Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l’accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.