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Ella si chiamava semplicemente Nicoletta Dossena, apparteneva a famiglia borghese arricchitasi nell'industria; contava diciotto anni, era dritta nell'anima come nel corpo; alta e formosa. Il piccolo Bruno aveva gi

Infine ho incontrato Maria, Clara, Margherita, Teresa, Vittoria; Giorgio era solo, nel phaeton; Paola mi ha fatto segno se ci vedevamo stasera, le ho risposto di . Ci vieni tu? , dopo il pranzo. Bravo! Ci sono restata troppo, a Villa Borghese, non mi accorgevo che era notte, poi sapevo che avrei pranzato sola. Brutto cattivo che sei!

Colei che doveva essere la grande artista, oscillante come una fiamma nell'aria, si chiuse in stessa; desiderava qualche cosa ch'ella stessa non avrebbe potuto dire, ma che doveva farle una vita a parte, una qualunque cosa meno cognita, meno sicura, meno tradizionale, meno crassa della placida sorte riserbata a una signorina borghese e ricca. Sembrava gelida, e ardeva.

Tutte quelle povere genti, passando di presso al muro del giardino, salutavano umilmente il borghese che vi passeggiava, con un: Sia lodato Gesù e Maria! Ma quel borghese, distratto, il mento affondato nel petto, non rispondeva al loro saluto.

Ma sento che nell'allontanarsi col maggiore il colonnello pronuncia la parola «téléphone». Signor tenente, mi dice un borghese, ora il colonnello va su nella camera della gendarmeria a telefonare a Stazione per la Carnia. L

Almeno avessi dei vicini di pranzo divertenti: ti seccheresti meno, Riccardo mio. I vicini sono Mario Torresparda e Filippo Ventimilla. Quella Villa Borghese è una ghiacciaia mormorò lei rabbrividendo dal freddo, presentando le manine inguantate alle fiamme. Fai male ad andarci, allora rispose il marito colla sua bella calma che niente arrivava a turbare.

Il popolo lo chiamava Otre. Se qualche borghese tornando tardi a casa veniva, nel buio della notte, tra la mota e il letamaio ad inciampare dentro qualche corpo morvido che rispondesse alla pedata con un grugnito, tirava innanzi senza darsi un pensiero al mondo, dicendo: è Otre. Tanta era la tristizia ed abiettezza sua, che sarebbesi creduto far torto al più immondo animale paragonandolo con lui!

RAIMONDO sorridendo. Press'a poco. Entrando nei particolari, ti raccontavano dei fatti enormi, di una impudenza inaudita. Andavo a cavallo, sola, ogni mattina, a Villa Borghese, e non arrossivo e non svenivo per la paura se dei gentlemen o degli ufficiali mi si mettevano a lato, nei viali. Anzi, chiacchieravo con loro, e, incredibile ma vero, accettavo delle sfide di corsa, nelle quali, e non per troppa bont

Questo essere ducale i cui antenati salivano su per dieci secoli, credeva che questo tradimento volgare, laido, di ogni ora non desse diritto di lagnanza a sua moglie. Poichè il capriccio dell'uomo diceva questo borghese ducale deve passare. Così era selvaggiamente geloso dei suoi diritti di marito, geloso senza amore, geloso per amor proprio.

Mentre fino al secolo xvi gli Orsini e i Colonna furono i padroni veri e propri della Campagna romana, dopo il XVI secolo subentrarono in questo dominio le più recenti famiglie, i Borghese e i Barberini, portate su da papi nepotisti. Essi acquistarono le più belle propriet