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La mattina seguente i due Fortebracci a sole alto cavalcavano gi

Cavalcavano ambedue silenziosi, ma di quel silenzio che è pieno di tante cose soavi; di quel silenzio che confida un bacio ad un soffio d’aura leggiera che passi, e che muove gli occhi a guardare se quel soffio e quel bacio son giunti sulla guancia vermiglia di lei, e se ella se n’è pure avveduta, di quel silenzio che ama, nel curvarsi lieve lieve della persona, far parlare un’arcana favella all’incontrarsi d’un braccio e di una piega di veste; di quel silenzio che sforza due volti a fissarsi ad un punto istesso l’uno nell’altro, quasi fossero mossi da una medesima volont

Vorreste voi, ser priore, raccontar questa parte della mia storia che anche voi conoscete, onde lasciarmi riposare? chiede l'abate indirizzandosi a Guiberto. No, sclama secco secco costui. E l'abate sospirando continua: Una sera l'imperadore ed il marchese Goffredo cavalcavano forte per arrivare a Parma.

Quando visitai l'ameno villaggio di Milocca, rimasi colpito dalla pulitezza e dall'aspetto lieto delle case a due piani rarissime tra i nostri contadini e dai numerosi muli, che cavalcavano i contadini venutimi incontro. Seppi che bestie e case appartenevano a loro: dunque, chiesi, voi altri non state tanto male al paragone degli altri lavoratori del resto della Sicilia!

Ma propriamente i cavalieri si distinguevano per elmi e corazze e schinieri d’acciaio: filettati d’oro se di ricchi e connestabili, con spade, stocchi, e mazze ferrate: e certi magnati, ove sugli elmi non avesser cimieri propri e gentilizi, vi facevan pompa di piume d’estranei uccelli. Cavalcavano bei destrieri, difesi con testiera e gualdrappa di cuoio, briglie purpuree e freni dorati.

Cavalcavano due poderosi cavalli; e comunque camminassero senza sospetto d'incontrare per via cosa che fosse al loro andare molesta, pure procedevano muniti di armi pronte a far fuoco.

Due cavalieri, sul cadere di una sera di estate, cavalcavano lungo la difficile spiaggia di Salerno, e propriamente per quel dirupato sito che la divide dalle montagne di Amalfi e di Sorrento. Onde godere del piacevole fresco del mare, avevano appesi alla sella gli elmi, e la testa coprivano di quei berretti che allora si dicevano mortai. Vestivano giacchi di maglia, serravano al fianco la spada ed il pugnale. E' sembravano intesi a premuroso favellare, da poichè di tanto in tanto il cavaliere che precedeva nella angusta callaia faceva sostare il cavallo, e volgendo la faccia all'altro restava ad udire. Spesso però si fermavano entrambi per dar ordini alle scolte, che vigilavano alla custodia degli alloggiamenti militari, stesi a foggia di semicerchio intorno Salerno, o a guardare il naviglio dalla bandiera amalfitana che ancorava nella perigliosa rada. Di tal che il loro andare era lento anzi che no, tra perchè favellavano e speculavano il campo, tra perchè la stradicciuola, praticata per mantenere la comunicazione tra le truppe sul dorso della brulla montagna che domina Salerno, era aspra ed ingombra di ciottoli. Da su quei gioghi però bello era contemplare questa citt

Da via Calzaioli errò per altre strade, trovandosi finalmente in Lungarno. Il fiume non aveva un murmure, nella notte non passava un alito. Egli non era abbastanza colto per sognare dinanzi ai vecchi ponti, che cavalcavano il fiume, mentre dal fondo della tenebra i colli lontani si alzavano in un'ombra più densa, giacchè sapendo antica la vera bellezza della citt

E siccome esse cavalcavano generalmente accanto al comandante della brigata, Nullo aggiungeva le proprie ammonizioni a quelle della contessa per moderare gl'impeti dell'adorata sua compagna. Marzia, più docile di Lina, dava pochi motivi a rimostranze.

Cavalcavano al di lui fianco da cinque o sei uffiziali e due donne belle e giovanissime entrambe, figlia l'una, l'altra cognata del chirurgo maggiore.