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Quegli oziosi cambiaron linguaggio sopra Dodon con parole indiscrete. Chi disse: E' pensa ben, chi: Pensa male, e si rimason tuttavia cicale. La voce sparsa di quell'imeneo mise a Parigi in gran briga gli artieri. Corron tutti in secreto al prete reo, cappellan di Terigi, don Gualtieri: ser Rocco dipintore, ser Maffeo legnaiuol, venti o trenta tappezzieri, fabbri, merciai, stuccatori, una folta.

Altro non penso ed altro non ragiono che fatti da lui scritti quella volta. Ora a Terigi ritornar fia buono, che la disfida del guascone ha tolta a esaminar col cappellan, dicendo: Tu vedi, prete: me tibi commendo. Prete Gualtier non era senza testa: conosce ben che il guascone era accorto; che il gradasso facea nella richiesta, perché Terigi era grassotto e corto.

Terigi si dispera; pur fa grand'apparecchio, e spande e spende per ricrear la sua sposa una sera, Alla ricreazion schiere tremende giungon, e fassi descrizion sincera di dame e cavalier. Non vien l'infida; Terigi piange, e il cappellan lo sgrida. Io non son di natura curioso; pur, quando sento ruote e la scuriada, m'affaccio alla finestra furioso e vo' veder chi passa per la strada.

E dato cenno a don Gualtieri un giorno, che cappellan con Terigi si stava, di questo suo pensier e' parla adorno. Gualtier da Mulion non rinculava, anzi promise fare a lui ritorno, ma che se la faccenda bene andava, e' non saria contento a un par di guanti: poi disse mal del mestier de' pedanti.

Difatto il cappellan dal prete è gito; il prete coll'abate fece motto; l'abate col mercante ha stabilito che si mettesse la puttana sotto; e quella indusse il frate al suo partito. È ver che ci fu in mezzo anche un borsotto; ma non si sa se questo andasse in mano alla puttana, al frate o al cappellano. Basta che Fiordiligi fe' tenere alla bizzarra il vigliettin che ho detto.

Quattordici porzion nel patrimonio voleano di Terigi i villanzoni, ed hanno un avvocato, ch'è dimonio e molto ben contesta le ragioni. Terigi s'accomanda a sant'Antonio per assistenza e carte e testimoni; ed ogni volta ch'uno all'uscio picchia, teme una citazione e si rannicchia. Don Gualtier cappellan lo confortava, e dice: Io me ne intendo di litigi.

Finito il carnoval, per i raggiri veniva la quaresima assistente, i sermon sacri ed i santi ritiri, e il zendal era un mezzo onnipossente: ch'è la finezza dell'usanza nuova far quel che alletta, e quel che alletta giova. Nuovamente a Rugger Terigi accocca il cappellan Gualtieri, a dirgli aperto che troppo l'onor suo Marfisa tocca e che il nuzial rimanderá per certo.