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Il fruscio dei rami, il canto delle cicale, il lampeggio delle acque, tutte le sensazioni esteriori la turbavano, le mettevano nello spirito un disordine quasi di demenza. L’accumulamento lento del sangue nel cervello, per l’azione del sole, le dava ora una visione leggermente rossa, un principio di vertigine. Le due barche, giunte a un gomito del fiume, non si videro più.

Su qualche tronco le cicale ostinate mandavano con le elitre uno stridulo saluto al giorno agonizzante. Aliava intorno lo spirito del bosco, che chiedeva ombra dopo tanto sole. Il cielo trascolorava: si smorzava la porpora, si faceva opaco l'oro. Nicla parlò sottovoce, mentre, appoggiato un gomito sulle sue ginocchia, Bruno la guardava. Qui ti ho cantato i versi la prima volta, ella disse.

Il serafino biondo era stato ad udire con molto raccoglimento la predica. Ma, come il padre Anacleto ebbe finito, egli saltò su e rispose, con accento commosso: Venite fuori! Il mondo vi chiama, non lo sentite voi forse, signor priore? Le cicale hanno finito di stridere; i grilli non hanno ancora incominciato. Ma le voci del mondo suonano per voi, come suoneranno per me.

Il popolo canta in modo meraviglioso dei semplici e lunghi stornelli che accarezzano dolcemente l'orecchio. E' un vero piacere udire nelle vigne le domande e le risposte di due innamorati che, senza tregua, come le cicale nell'estate, levano nell'aria un canto dialogato. I matrimoni qui sono molto precoci: spesso un giovane di ventun anno sposa una fanciulla che ne ha quindici appena.

Massimo guardava più al passato, Cresti all'avvenire, e camminando così fuor della loro strada, non sentivano il sole infocato che faceva arrabbiare le cicale, i ciottoli che ingombravano il sentiero.

Ma il giorno era pigro, lentissimo, in quella campagna marina. Dal sorgere del sole al calar della luna sembravano passare dei secoli; dal frinire delle cicale al gracchiar delle rane, era un giorno e un'epopea di sensazioni. Il mare solo, il cielo solo bastavano per una sfilata gigantesca di spiriti senza nome. La folla aveva dimenticato il piccolo paese.

Un grillo Lungi nella campagna, turbò il sonno tranquillo Alle cicale, sopra le piante addormentate, Con note così allegre che parevan risate. "Oh!... Le note dei grilli, umili creature, "Piccioletti filosofi desti nell'ore oscure, "Come son liete!" disse il boia sospirando.

Costui però non se ne dava per inteso, e tutto tronfio per la bellissima fidanzata, lasciava cantar le cicale, mentre coi capitali di S. E. Zaccaria e sotto il patrocinio di suo santolo e di sior Bortolo si disponeva ad aprire nel villaggio di Oriago la nuova bottega di caffè e liquori col titolo pomposo: All'Imperatore d'Austria.

Noi siamo trasportati nel vasto ronzìo del cielo tutto imbottito di mostruose cicale.... No!... No!... Seconda popolana. Come possono, gli alberi, star ritti? Sono atterriti!... Maledetto sole! Terribile fornace! Valanga di specchi! Moriremo tutti acciecati! , acciecati! I miei occhi sono divelti dalla fiamma veloce di queste sfolgoranti rotaie che solcano la terra come due fulmini immensi!

Ella avvicinò una poltrona e sedette; Loredana chiuse gli occhi, e per lungo tempo le due donne non pronunziarono verbo, seguendo ciascuna i proprii pensieri. Il silenzio era pesante; non risonava nell'albergo alcun rumore, e appena dal basso veniva il mormorìo del lago, che lambiva la casa; di tanto in tanto, s'udiva l'ultimo frinire delle cicale, salutanti il sole ch'era presso al tramonto.