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Di che diamine hai tu paura? Vivi solo, come un feroce anacoreta della Tebaide, e al cortese desiderio di chi ti si accosta, vorresti anche rispondere col rintanarti sempre più? Tu non intendi perchè il cupo tiranno di Quinto t'abbia posto nel suo calendario, e sta bene; ma non verrai certo a capo di saperlo, ricusando di venire alla sua festa da ballo.

VIGNAROLO. E chi m'assicura che torni come prima? ché transformandomi si perde la persona mia, non sarei piú in calendario e non restarebbe segnale al mondo che vi fosse stato. No no. PANDOLFO. Non è peggio al mondo che avere a fare con animalacci come tu sei: «se li preghi s'insuperbiscono, se li bastoneggi s'indurano»; non si sa come trattar con loro, razza grossolana!

Il mare si fece cattivo: un colpo di vento portò via tutte le panche che erano a poppa e dove ci eravamo seduti il innanzi: il nostro stato era deplorevole: lascio dapparte certe descrizioni che urterebbero il delicato sentire dei miei lettori e delle mie buone lettrici; lo stesso Capitano non sapeva più che pesci si prendere: l'equipaggio giurava per tutti i Santi del Calendario Cattolico di non essersi mai ritrovato in acque brutte.

Lisabetta balzò a un angolo della stanza, vi si rannicchiò coprendosi la faccia con le mani, invocando tutti i santi del calendario, sempre con quella strana nenia: donna Costanza, Lola, corsero strillando a stringersi al povero vecchio, e l'abbracciarono: stettero tutt'e tre a guardar la porta, quasi paralizzati.

Nella mia stanza ho un picciol calendario Da cui strappo un foglietto Tutte le sere, pria di pormi a letto. Quante cose stan scritte Sull'esil cartolina! In alto il mese; poi, sotto la data, L'effemeride e un piatto di cucina! Ieri diceva: Luglio Ventidue; San Prospero Battaglia nel tal sito, L'anno tale Bollito Di filetto di bue. Strano compendio della vita umana! La farsa e il dramma!

La mattina vi è il su e giù per la via Toledo, dove, per caso, una si può incontrare e salutare almeno venti volte con chi più gli piace vi sono le altre passeggiate, le giterelle, gli appuntamenti, le visite; le veglie serotine e nel calendario ristretto dei giorni felici, le domeniche figurano al primo posto.

Marzio tacque alquanto; poi, asciugatosi il sudore dalla fronte, riprese: Ruppi la prigione, presi la macchia, mi vendicai di tutti. Al fanciullo, che gittò sassi contro mia madre, ruppi il cranio sopra una pietra; sta bene. Indi in poi segnai il calendario con la punta del mio coltello ogni giorno fu un rigo di sangue: mi ardeva la pelle; il sangue ubbriaca peggio del vino. Dio giudicher

Aspetta.... aspetta.... E senz'altro via di corsa, lasciando il giovane in asso. Tornò poco dopo, con in mano il calendario che don Alessio teneva appeso a un chiodo nella parete sopra il tavolino.

Il vecchio banchiere non aveva mai voluto acconciarsi alla aristocratica forma del nome di Aloise, e soleva dire che era una caricatura come tante altre; che Sant'Aloise non si riscontrava nel calendario, sibbene San Luigi, e che questo doveva essere il vero nome di suo nipote, senz'altre storpiature nobilesche.

Il Natale? Bisognava toglierlo dal calendario. Il 25 dicembre doveva diventare giorno lavorativo, ed in quel giorno venir dato al popolo un altro giorno festivo; p. e. il Natale dell'anarchia. La data era indovinata. Attorno al Natale nasce il sole, il quale incomincia la sua ascesa e festeggia il suo trionfo sopra le tenebre.