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PIRINO. L'inganno è pensato con tanta arte e ingegno, che come avanza tutti gli altri che sono stati per addietro fatti, cosí per l'innanzi non potrá ritrovarsene un altro simile. FORCA. Avertite che, quando la trappola è ben inventata e consertata, se vi s'usa diligenza in esseguirsi, ha buona riuscita; ma esseguita malamente, non può aver se non pessimo fine.

LARDONE. Avertite, non mangiate senza noi. ALTILIA. Il Ciel vi dia ogni contento, anima mia. GIACOMINO. E che maggior contento potria darmi la sorte che darmi voi? ALTILIA. E vi sia sempre lieta e propizia ogni stella.

PANURGO. Ma avertite che non intende molto bene: bisogna alzar la voce ragionando con lui. GERASTO. Farò come volete. Ma bisogna aver alcuni con me, che bisognando lo ligassero. Trattenetelo un poco, ch'or ora serò qui. PANURGO. Gentiluomo, Gerasto è andato a tor i trenta scudi, che non se gli trovava adosso; or será qui. FACIO. Aspetterò quanto volete, non ho fretta. PANURGO. Ma eccolo.

LELIA. Contentissima. CRIVELLO. Oh ringraziato sia Dio! E voi, padrone, signor Flamminio, sète contento? E avertite ch'io son notaio; e, se nol credete, eccovi il privilegio. FLAMMINIO. Tanto contento quanto di cosa ch'io facesse giá mai. CRIVELLO. Sposatevi e poi colcatevi a vostra posta. Oh! Io non v'ho detto che voi la baciate, io. CLEMENZIA. Or sapete che mi par che ci sia da fare?

SQUADRA. Avertite che non vi scappi da mano. Diavolo! che Olimpia ha serrato la fenestra. TRASILOGO. Ahi, capitan Trasilogo, rovina degli esserciti, distruggitor delle cittadi, eversor degl'imperi, tu devi esser stimato cosí poco!

PANFAGO. Avertite che, se non mangio ben poi, scoprirò ogni cosa. PIRINO. Fa' quanto sai di peggio. PANFAGO. Orsú, che tardiamo? PIRINO. Forca, spediamola, ch'ogni picciolo indugio me par una gran lunghezza di tempo. FORCA. Le cose grandi han bisogno di grande apparecchio. PIRINO. Restisi qui per parlar con Alessandro e vadisi per le vesti e per lo presente.

NARTICOFORO. Avertite che fate falso latino: ché «vapulo» est verbum deponens, idest quod deponit significationem activam et retinet passivam: però «ego vapulo», io son battuto; non «vapulo», io batto. ESSANDRO. Tu stai a cavallo e impari lo falso latino a me!

ALBUMAZZAR. Ma avertite che, doppo fatta l'opra, vo' la catena d'oro promessame per elemosina delle mie fatiche. PANDOLFO. Le cose son troppo care. ALBUMAZZAR. Tanto le dolcezze d'amore saranno piú care, perché costono; amore e avarizia stanno bene insieme. PANDOLFO. Orsú! prometto, doppo che avete trasformato il servo, donarvi quanto vi ho promesso.

TRASIMACO. Lo farò scoppiare a calci. Va', chiamalo da parte mia. TRINCA. Andrò a far l'ambasciata a vostro rischio: avertite che capitarete male: bilanciate prima e contrapesate le vostre forze.

MALFATTO. Mastro, volete far alle pugna con lui, che ve terrò la cappa? Voi me guardate? Dico da vero, alla . CURZIO. De grazia, mastro, avertite ai casi vostri. PRUDENZIO. Non bisogna minarci per essere catrafatto con l'ense ferreo e col pugione e col famulo satellito.