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GUGLIELMO. Vorrei saper di che ridi; se non, ne farò risentimento col tuo padrone. CRICCA. Rido che tanto bene sei trasformato in altra forma.

Quando ella imparava la «Maria Stuarda» egli fremeva tutto di eroiche aspirazioni. Egli si sentiva trasformato in Roberto Dudley e sognava una vita eroica e un'epica morte.

E Leonardo, trasformato in volto dall'ottima idea che gli era venuta, uscì guardandosi intorno per paura di incontrarsi colla sposa; quando fu sul pianerottolo, si fregò le mani come uno scolaro e scese le scale a precipizio. Missione diplomatica. Il dottor Agenore aveva accettato il difficile incarico con un po' di leggierezza.

PANDOLFO. Io non so perché tanto gridi, o Cricca. CRICCA. Non vedete il vostro vignarolo trasformato in Guglielmo, e tanto trasformato in Guglielmo che il vero resta vinto dal falso, perché il falso è piú vero del vero? Veggio il simulacro e l'imagine di Guglielmo cosí naturale che, se fosse fatto a stampa o dentro le forme, non potrebbe essere piú simile.

PANDOLFO. Canchero! questi sono mali scherzi. E par che sia piú tosto pallido divenuto. CRICCA. Pensa il ladro che se or è trasformato in Guglielmo, che mai piú abbi a divenire vignarolo e farci star in forsi dell'argento ancora. PANDOLFO. Non ha tanta malizia, è un bestiale. CRICCA. Ed i bestiali sogliono essere maliziosi; ma sarei piú bestiale di lui se mi lasciassi burlare da un par suo.

Il principe lo ascoltava senza batter palpebra e in cuor suo diceva che Ubaldo aveva ragione. Anche lui si sarebbe stimato l'uomo più fortunato della terra se avesse avuta Maria per compagna, o anche per amica. Ora, in quella grande prostrazione i desideri tacevano e l'amore del principe per Maria si era trasformato, si era purificato.

ARMELLINA. E pur io vi dico che, veggendo Guglielmo, veggio voi e non il vignarolo. VIGNAROLO. Oh sia maladetto quando mi trasformai! Io sono Guglielmo di fuori ma di dentro sono il vignarolo, ché un certo astrologo mi ha trasformato. ARMELLINA. Voi volete far la burla. VIGNAROLO. Mi è innodata tanto la lingua che non posso parlare.

Vattene per i fatti tuoi, che io, per non essere importunato dalla importunitá tua, fossi forzato a farti quanto ti ho detto; ché se l'astrologo che ti ha trasformato ti avesse predetto che dovevi ricevere delle bòtte, forsi un'altra volta ti avrebbe il vero pronosticato. E poiché non vuoi partirtene tu, partiromene io. GUGLIELMO. Mi vuo' partir ancor io e cedere all'iniqua fortuna!

E non era neppur rapito da una splendida carola d'angeli dell'Albano. Il brav'uomo si sarebbe addormentato, se un mozzoncello di paggio, trasformato per la bisogna in chierico, non gli avesse di tanto in tanto pizzicato i polpacci a sottecchi, e non l'avesse fatto di tempo in tempo trasalire.

Prima di entrare in Gerusalemme, il sedicente Bartolomeo Majocchi entrò nella bottega di un parrucchiere, si fece radere la barba, si pose in capo una parrucca rossa, inforcò al naso un paio di occhiali verdi, si applicò due cerotti, l'uno alla pozzetta del mento, l'altro nel mezzo della guancia sinistra, e così trasformato salì di nuovo in carrozza per proseguire il viaggio.