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Alba augurale del 15 ottobre. Partiamo dalla fattoria Barchessa. La nostra colonna di blindate e autocarri si ferma a Dolo. Locatelli calmo dorme in fondo dietro di me. Ghiandusso chiacchiera come una grondaia. Il vino e i liquori gli fanno male. Ha un piccolo viso raggomitolato, verdastro e gli occhi tristi. Piove.

Dall'Astico al mare il morale delle nostre truppe è semplicemente meraviglioso. Ho visto i rincalzi assalire gli autocarri partenti per la linea con gioia trionfale. La popolazione del Piave è pure calma, sicura. Durante la battaglia del Montello ho visto i contadini arare la terra, e i bambini in piedi attenti intorno ai 75 campagna controbattuti.

La campagna, rigata da lunghe file militari, come un'immensa lira dalle corde policrome, vibra tutta ai pizzicati di mille automobili!... Ecco i grandi autocarri a grandissimo rendimento. Vanno sventrando le vallate con le loro ruote di valanga.... simili a treni ubbriachi deviati per capriccio, e si divertono talvolta a inerpicarsi strombazzando dall'alto il loro schifo pei tunnels.

Rrrrr, di autocarri. Tatatata di motociclette. Crrrr sss di carreggio e truppe in marcia.

Due ore dopo vi entriamo con venti autocarri rigurgitanti di arditi fez neri. Impetuoso scamiciamento, fucili branditi da braccia pazze, bocche squarciate dal canto, lazzi feroci di gioia barbarica nel polverone incandescente, fiocchi neri al vento, bandiere nere che spazzano gli alberi sotto il sole che pomposamente si spacca in cannonate arroventando l'aria. Beviamo nella corsa un simun africano saporito di allegria infantile. La polvere calda sulle labbra è lo zucchero della vittoria. Rimbalzano in aria i cuori nostri gareggiando in splendore, furore e rotondit

Rotaie profonde di autocarri, matasse di reticolato e immondizie. La villa è realmente quasi intatta. Ha una ferita leggera di granata. Ne palpo le schegge cadute a terra. Il muro ha resistito. La porta è ingombra di rottami. Saltiamo dentro dalla finestra. Questa è la camera da letto, dice Franci, aggrappandosi a una poltrona. Io avanzo nella penombra esplorando.

In alto sui carri verde scuro pieni di cose ricche inutili i guidatori in kakì faccia rossa polverosa colla pipetta all'angolo della bocca. Dietro, vengono più grandi, terremotando, gli autocarri inglesi, scatoloni colossali o palchi automobili per assistere ai cortei. Smisuratamente sproporzionatamente.

Sulla nostra appare l'automobile del Conte di Torino comandante della cavalleria. Snellezza elegante aristocratica. Dentoni gialli di vecchio cavallo di razza, sorriso ironico nelle gote di viveur. E' impossibile, capitano. Vede? il mio autocarro arenato. Se non passano gli autocarri vuoti come vuol fare lei a passare con le blindate?