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Aggiornato: 28 giugno 2025
Il piccolo Laner, appena tornato per le vacanze a Crodarossa, e non osando parlare, scrisse alle zie una lunga lettera pregandole, scongiurandole "di non voler la sua morte." Cioè, di non costringerlo a ritornare in Seminario. Non sentiva più la vocazione; sarebbe stato infelice tutta la vita; piuttosto si sarebbe lasciato morir di fame!
Che la sera non si possano tenere lampadi, ma candele, non meno di due, nella stanza ove si ricevono visite; e le donne per la morte dei mariti possano stare in casa soli tre mesi; e per padre e madre, figlio o figlia, nonno o nonna, suocero o suocera, genero o nuora, giorni nove; e per zii, zie e cugini carnali non possano aprir lutto in casa, ma solamente vestirlo per giorni nove.
Che strappazzata!... Che fulmini!... Quell'altro di Trieste era stato imprudente, era diventato matto consigliandogli quella lettera! E Pierino avrebbe quasi voluto svignarsela "in Italia" non per paura dell'Austria, ma di don Giuseppe. Finì invece col correre in camera sua, e col buttarsi mezzo svestito sul letto, per fare impressione nell'animo delle zie, lasciando credere che fosse ammalato.
Non c'erano che le ventimila lire.... e le zie di Crodarossa. Sopra lo zio Matteo svanivano le speranze. Prodigo con tutti gli altri, era taccagno con Evelina, perchè istigato contro di lei dalla Gioconda: era taccagno col Laner, perchè quel trentino gli era antipatico, perchè aveva ancora il rodimento delle famose ventimila lire, le sue ventimila lire.... cioè quelle del Casalbara.
Perchè, come, quando aveva cominciato a lasciarsi ingannare, truffare, rovinare, da quel Mosè imbroglione?... Non aveva nemmeno cento lire per pagar la padrona!... Non aveva nemmeno un soldo per far colazione!... E la collera delle zie? E se Nora non voleva? E se Matteo Cantasirena non lo pagava?... Ma era stato pazzo? Era stato ubriaco? Dio! Dio! Dio! Maria Vergine!
Ma ad ogni modo, adesso sono qui e non mi muovo, per tutto l'oro del mondo. Matteo Cantasirena dopo averlo ascoltato crollando il capo, gli parlò da padre. Scrivete subito subito, anche da Milano, a quelle brave signore. E ricordatevi: sopratutto bisogna essere sempre in pace e d'accordo colle zie! Oh i vecchi sospirò sono la benedizione dei giovani!
Anche alle zie e a Don Giuseppe era trapelato qualche cosa delle vicende della Cisalpina, ma nessuno fiatò per un riguardo alla nipote del signor commendatore direttor "che doveva aver fatto una quantit
La zia doveva esser avvezza a questi capricci della nipote, perchè non si provò nemmeno a far contro, con uno dei soliti ma delle zie. Quanto al signor Arnaudi, egli non venne meno alla sua fama, e, muto come un pesce, salì in cocchio, felice in cuor suo di aver guadagnato il posto buono.
In questo caso, come in tanti altri che ha registrati la storia, da Eva in giù, la donna si mostrò più forte dell'uomo. Che importa? diss'ella. Alla fin fine non sono più una bambina. Sappiate, signor mio, che tra due mesi anch'io calcherò le scene e dovrò pure uscir di tutela. Ma intanto... Ma intanto non vi date pensiero di ciò che diranno le zie.
Ma le zie non ne erano gelose; anzi, si sottomettevano anch'esse alla superiorit
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