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Aggiornato: 29 maggio 2025
Contro un re fanciullo; inesperto di regno, sottomesso ad odio sterminato per le colpe dei suoi maggiori; mallevadore innocente, e sventurato. Forse mi ostinava io a seguire le orme paterne? Non elargiva volenteroso quelle larghezze del vivere civile che mi si chiedevano? Negai cosa alcuna?
Innanzi, che per me si lasci la dolente storia non vo' mancare di referire qui un caso il quale troppo stupendamente dipinge gli uomini, e i tempi. L'Oudinot, dicono per raccomandazione di Massimo D'Azeglio, preso a un tratto di tenerezza pel Manara gli scrisse lettera per buona ventura giunta dopo che cotesto valoroso ebbe reso l'anima a Dio, e dico buona ventura perchè di certo avrebbe cagionato gravissima alterazione a quel nobile spirito. L'aperse il più anziano dei capo-battaglione dei Bersaglieri; in sostanza portava lo scritto: ammirare la prodezza e la disciplina dei Bersaglieri, più che tutto sentirsi compreso da inestimabile reverenza per lui Manara; pregarlo a non considerare la capitolazione proposta nè in parte, nè nello insieme riguardante lui; avere ordinato gli pagassero ottomila scudi per sopperire alle spese del ritorno a casa dei suoi Bersaglieri; in fondo di straforo, con animo più che volenteroso poi avrebbe visti i Bersaglieri rimanersi a Roma al soldo del nuovo governo; la insidia tendeva a dividere Manara dal Garibaldi sia che insieme si gittassero alla campagna, o rimanessero in citt
In questo giudizio della compagnia del Parafulmine non c'era nulla di vero, salvo le apparenze che l'avevano tratta in inganno. Il compilatore di quella notizia, che pure apparteneva al ceto nobilesco, aveva pigliato un granchio a secco. Era giovine, e, comunque volenteroso annotatore, non era anche fatto ad intendere certi arcani del cuore. Ma le cose notate da lui, insieme con parecchie altre avvenute di poi, avevano in quella vece ad insospettire un certo Spagnuolo, a cui gli atti del Parafulmine dovevano cadere più tardi tra mani. Il savio lettore ha gi
Perchè i trionfi ci sono stati ed il relativo bottino; sono premii guadagnati nel cotillon, sono sciarpe di garza leggiera, un braccialetto di argento bruciato, due o tre piccole bomboniere, una farfalla dalle ali splendide di verdemare, una ricca decorazione di cui egli, diplomatico dell'avvenire, si spogliò volenteroso per deporla nelle tue mani, come vi deporr
Ciò detto, ricusata ogni altra compagnia, camminò verso la sua dimora, pregando gentilmente Rogiero a volervi accettare l'ospizio per quella notte. Rogiero, non che accettare il prego, avrebbe pregato egli stesso, tanto era il diletto che ricavava dalla presenza di Ghino, e più il bisogno che sentiva di ristorarsi. Andò pertanto volenteroso con lui; e si misero dentro a certi intricati viottoli della foresta, pei quali ogni uomo che non ne fosse stato ben pratico sarebbesi certamente smarrito. Lasciamoli andare, chè Ghino ne conosce la via, e mener
A Matteo Visconti, per quel che mostrarono poi i dissolutissimi suoi portamenti, non dovevano fare schifo le scostumatezze dello zio: ma volenteroso di sommovere lo stagno per pescarvi, egli aggiunse nuovo ardore alla stizza del Pusterla, e gli diede lettere per Galeazzo e Barnabò suoi fratelli, dove gli esortava a ricordare chi erano, e profittare dell'occasione per finirla una volta di rimanere schiavi, com'egli si esprimeva, ad un prete e ad un manigoldo.
Aloise gli rispose con un gesto di volenteroso diniego. Grazie! proseguì allegramente Enrico. Io dunque tiro innanzi. Ella mi ama, me ne sono avveduto; anzi lo so, e potrei dirti.... Di' pure; domani io non me ne ricorderò più; soggiunse Aloise, con un suo risolino sottile. Ah, bada, ripigliò il Pietrasanta. Tu mi metterai al punto di raccontarti posdimani ogni cosa da capo.
Alla parola onesta, Donato rialza vivamente il capo; senza rendersene conto, ha una voglia pazza di regalare un paio d'impertinenze al suo avversario. Il quale interpreta quell'atto a modo suo e tira innanzi senza fermarsi: «Bravissimo; così mi piace. Un uomo volgare, dopo una brutta notte come questa, penserebbe a mille corbellerie, a disperarsi, ad impazzire, a pigliare un semicupo nel naviglio, od a cacciarsi in corpo una palla, che spesso va di sghimbescio e ti inchioda a letto un paio di mesi... che so io; un giovane volenteroso e savio, come lei, medita invece una partita coraggiosa colla fortuna, combatte col lavoro e coll'ingegno, si piglia una rivincita solenne e fa onore ai propri impegni e paga i proprii debiti... Le ho detto che mi sono scordato del mio credito... sarò sincero, ci penso invece, e sono sicuro che ella non mi far
Tuccio di Credi, anima caritatevole, si fece compagno volenteroso ed assiduo al povero Spinello, e questi si lasciò condurre da lui a Firenze.
Al secondo drappello era preposto un Nava, lombardo, anch'egli prode soldato e un Doberti, genovese, giovine, adolescente quasi, ma ardito e volenteroso che nulla più. Seguivano i capi squadra, che non istaremo a nominare, i quali ripetevano il loro grado e l'ufficio da cotesto, che eglino avevano, ciascheduno per sè, tirati nell'impresa e raccolti a manipolo gli amici.
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